Bioingegneria | Al via BioFINE, il progetto Unife che migliorerà i dispositivi per il ripristino del movimento degli arti
Scienza, cultura e ricerca
Ripristinare l’attività motoria degli arti che hanno subìto un danno irreparabile, come un trauma o l’attività degenerativa di malattie croniche, attraverso tecniche e dispositivi sempre più affinati.
Ѐ l’obiettivo di BioFINE, il nuovo progetto di ricerca triennale che ha preso il via nel 2023 all’Università di Ferrara, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito dei programmi di finanziamento “Horizon EIC 2022 Pathfinder Open”, orientati a proposte utili per lo sviluppo di tecnologie innovative emergenti.
Lo studio coinvolge gruppi di scienziati specializzati in diverse discipline provenienti da università europee quali Chalmers University (Svezia), Albert-Ludwigs-Universitaet Freiburg (Germania) e Universidad Autonoma De Barcelona (Spagna). La natura del progetto è multidisciplinare e mette a sistema competenze dei settori ingegneristico, chimico e biomedico.
“Dispositivi medici per queste finalità, basati sullo sviluppo di elettrodi intraneurali, sono già realizzabili. Purtroppo però la loro applicazione è fortemente limitata dalla risposta infiammatoria mediata dal sistema immunitario dei tessuti posti a contatto con lo stesso impianto. Attualmente, uno dei principali problemi che si evidenziano è che l’impianto viene incapsulato da tessuto fibrotico; ciò causa la perdita di funzionalità dell’impianto stesso, e ne limita l’applicabilità in breve tempo” spiega Dottor Stefano Carli del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione, che coordina lo studio a Unife.
“Il cuore del progetto BioFINE risiede nella possibilità di trasformare l’impianto intraneurale in un dispositivo che sia anche in grado di rilasciare localmente farmaci antiinfiammatori e/o immunosoppressivi con lo scopo di mitigare, se non eliminare, questa risposta immunitaria” continua la Dottoressa Giulia Turrin del Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione di Unife, che fa parte del gruppo di ricerca.
Meccanismo di funzionamento dei sensori intraneurali
Il gruppo di ricerca attivo a Unife ha lo scopo di individuare una strategia chimica per inserire il farmaco desiderato sulla superficie del materiale che costituisce gli impianti. Il farmaco dovrà poi essere rilasciato localmente nel tempo, andando ad attenuare lo stato infiammatorio sviluppatosi in seguito all’inserimento dell’impianto.
“BioFINE ambisce a risolvere il grosso limite di applicabilità temporale di queste tecnologie in ambito biomedico e bio-ingegneristico, fornendo soluzioni stabili nel tempo. Così facendo, sarà garantita una migliore qualità della vita ad una grande popolazione di pazienti, fornendo loro possibilità di maggiore autonomia, autosufficienza e serenità” conclude il Professor Claudio Trapella, del Dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche ed agrarie, anch’egli collaboratore nel progetto.