Vein Week | Parte da Unife il progetto educazionale internazionale sulla patologia venosa e linfatica degli arti inferiori
Scienza, cultura e ricerca
Più della metà della popolazione nel mondo è affetta da qualche forma di alterato drenaggio venoso-linfatico degli arti inferiori. Una patologia che si caratterizza per una difficoltosa risalita della linfa e del sangue venoso dalla periferia della gamba verso il cuore.
Questo significa che più di una persona su due può presentare sintomi e/o segni di questa malattia, non sempre correttamente o precocemente identificata.
Il trombo-embolismo venoso rappresenta una delle prime cause di morte prevenibile, il linfedema è definito “epidemia nascosta” e i reflussi venosi pelvici femminili sono considerati una “malattia dimenticata”.
E soprattutto in tempo di pandemia si parla spesso del collegamento tra il Covid-19 e l’incremento del rischio trombo-embolico, dovuto anche all’aumento del sedentarismo che facilita i disordini venosi e linfatici.
Proprio per incrementare l’attenzione sanitaria e la consapevolezza pubblica sul tema della patologia venosa e linfatica degli arti inferiori, dal 5 all’11 aprile è in programma in formula digitale il progetto educazionale internazionale ‘Vein Week’, che riunisce i massimi esperti da tutti i continenti, ma anche pazienti e il grande pubblico.
L'iniziativa, il cui periodo di svolgimento include il 7 aprile, riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della Sanità come "Giornata mondiale della Salute”, è promossa da Venous-lymphatic World International Network foundation (v-Win) - organizzazione no profit internazionale per l’educazione in campo venoso e linfatico.
“Il primo passo verso la corretta identificazione della patologia venosa e linfatica è la consapevolezza e l'opportuna educazione sanitaria, tanto della popolazione, quanto dei sanitari direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione della stessa. Di primaria importanza anche la conoscenza del proprio rischio di sviluppare una trombosi: condizione dipendente tanto dallo stile di vita quanto da fattori genetici ereditari".
Sergio Gianesini, Chirurgo, Docente del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell'Università di Ferrara e Presidente di v-Win foundation, introduce così l’iniziativa internazionale di consapevolezza pubblica.
Un progetto che coinvolge esperti da tutto il mondo ma anche pazienti e chiunque sia interessato a queste tematiche, di cosa si tratta esattamente?
"Attraverso un software appositamente ideato, specialiste/i di tutto il mondo possono autonomamente dare visibilità globale alle iniziative locali dedicate alla salute delle gambe. Ogni giorno della settimana è dedicato ad una tematica diversa, incluse attività mediche multi-specialistiche, ma anche sociali, sportive e mediatiche, tutte volte alla promozione della corretta gestione venosa e linfatica. Il report di tutte le attività svolte sarà presentato durante il 10th International Interuniversity meeting in Phlebology & Lymphology, dal 3 al 5 febbraio 2022, durante la settimana della salute del Universal EXPO DUBAI".
Un’iniziativa che ha raccolto l’adesione di partner importanti.
"Come accademico sono grato e onorato per la sensibilità ancora una volta dimostrata da Unife verso progetti che promuovono l'educazione sanitaria. Un grazie anche alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per aver da subito patrocinato il progetto. Come medico coinvolto nel trattamento della patologia venosa e linfatica ringrazio anche le numerose Società Scientifiche provenienti da tutti i continenti e attivamente partecipi nello sviluppo progettuale. Un ringraziamento particolare va al gruppo parlamentare inglese dedicato alla patologia venosa, coinvolto in una call to action in favore della stessa Vein Week, e anche ai rappresentanti del mondo professionistico statunitense del beach volley e al network di Runner's World per aver diffuso educazione sanitaria anche nel campo sportivo".
Perché è sottovalutata la patologia venosa e linfatica a livello internazionale?
"Una domanda estremamente interessante. Per quanto concerne la patologia venosa, troppo spesso si ignora l'evolutività dal semplice inestetismo del cosiddetto "capillare" fino ai quadri più avanzati di varicosità associati con lesioni cutanee altamente invalidanti (ulcere venose). In questo periodo pandemico è importante essere consapevoli di come un drenaggio venoso alterato si associ a un aumentato rischio di trombosi. La stessa trombosi venosa viene spesso indicata come ‘una delle cause principali di morte prevenibile’, sottolineando la prevenibilità della complicanza a seguito di un'opportuna gestione clinica. Capitolo diverso, ma comunque collegato all'argomento venoso, è quello del drenaggio linfatico. L'alterazione di tale drenaggio comporta un rigonfiamento della gamba (definito ‘edema’) troppo spesso sottovalutato e considerato semplicemente come ‘grasso' a un occhio clinico inesperto. Tipico l'esempio della donna con tronco magro e bacino-gambe di taglia maggiore. Tale alterazione è talmente diffusa e poco riconosciuta nella popolazione da venire definita ‘epidemia nascosta’".
Quali sono gli strumenti di diagnosi, prevenzione e le terapie?
"L'inquadramento diagnostico richiede un'esperta valutazione clinica dello specialista, accompagnata da un'accurata ecografia mirata al drenaggio venoso e linfatico. La prevenzione si basa innanzitutto sull'opportuna attivazione della muscolatura del polpaccio, definita dagli specialisti ‘cuore periferico’ per la fondamentale azione di propulsione dello stesso flusso venoso e linfatico. La corretta prevenzione si basa su un'adeguata istruzione della popolazione circa i corretti stili di vita e i fattori di rischio geneticamente acquisiti: con questa finalità educativa sono stati creati video e questionari basati su articoli scientifici, consultabili gratuitamente nel sito web della v-Win Foundation".
Perché è importante soprattutto in questo periodo di sedimentarismo dovuto alla pandemia focalizzare l’attenzione su questa malattia?
"COVID-19 ha dimostrato di aumentare significativamente il rischio di sviluppare trombosi venose (occlusioni della vena a seguito di un coagulo patologico). Tra i già noti fattori di rischio per la trombosi venosa, la sedentarietà, l'obesità, le vene varicose. Il contenimento domiciliare indotto dalla pandemia può peggiorare la stessa tendenza all'incremento di peso e alla ipomobilità, aggravando conseguentemente anche i disordini venosi e linfatici, nonché il rischio trombotico. E' importante sottolineare come anche soggetti positivi al virus ma asintomatici possano ugualmente presentare un aumentato rischio trombotico, tanto da aver portato i massimi esperti del settore ad attribuire a queste persone un punteggio aumentato negli score clinici dedicati. Considerando la rilevanza del fenomeno, già ad aprile 2020, insieme ad accademici di tutto il mondo, abbiamo realizzato un progetto di educazione pubblica partito dall'Ateneo Ferrarese denominato Chronic Onsite Venous Insufficiency Damage control (COVID). Si tratta di una serie di video multi-lingue contenenti informazioni per la corretta gestione a domicilio della patologia venosa e linfatica. L'argomento della gestione autonoma domiciliare del corretto stile di vita per la patologia venosa e linfatica, è di rilevanza non solo in periodo pandemico, bensì costantemente per l'importante parte della popolazione residente nella ruralità lontana dai centri medici specialistici. Pur nella difficoltà dunque di questo periodo pandemico, si presenta l'opportunità, anche grazie a istituzioni quali l'Ateneo Ferrarese, di aumentare l'educazione sanitaria e della popolazione circa grandi tematiche di salute, quali il trombo-embolismo venoso, causa principale di morte prevenibile, e l'epidemia nascosta del linfedema".
Intervista a cura di CARLOTTA COCCHI