Il cordoglio e il ricordo dell'Ateneo per la scomparsa della Professoressa Lorenza Carlassare
Notizia
È venuta a mancare all'affetto dei suoi cari, della comunità scientifica e dell'Ateneo tutto, Lorenza Carlassare, già Professoressa ordinaria di Diritto Costituzionale dell’allora Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara.
La sua scomparsa segna un grave lutto per il nostro Ateneo. La Rettrice Laura Ramaciotti, a nome suo personale e di tutta la comunità universitaria, esprime ai familiari il più vivo e sentito cordoglio.
"Lorenza Carlassare è stata una insigne costituzionalista e un punto di riferimento sui valori e sui principi della nostra Costituzione, per i quali non ha mai smesso di profondere il suo impegno civico, scientifico e didattico - afferma la Rettrice Laura Ramaciotti -. Prima donna a vincere una cattedra di Diritto Costituzionale in Italia, la sua figura resta un faro in particolare per le giovani studentesse e donne che studiano e lavorano per mettere a servizio della società talento e competenze. La sua scomparsa rappresenta un grave lutto, non solo per l’Università di Ferrara, che ha avuto l’onore di averla tra i suoi illustri docenti, ma anche per l’intero mondo accademico e per il nostro Paese. L'Ateneo tutto si stringe attorno al dolore della famiglia."
Il ricordo
Lorenza Carlassare era una donna senza età: luminosi occhi azzurri e sorriso contagioso, capelli bianchi portati con incurante leggerezza, minuta eppure resistente come una quercia, dotata di tagliente ironia, sempre vivace, pronta a rallegrarsi di ogni cosa, pienamente partecipe agli avvenimenti. Ecco perché la sua scomparsa ha colto tantissimi in contropiede, nonostante i suoi novantun anni.
Le testate giornalistiche nazionali già ne hanno ricordato la non comune biografia. I tanti messaggi di cordoglio, anche istituzionali, ne sottolineano la statura morale. Le riviste disciplinari restituiranno, già in questi giorni, il profilo scientifico di Lorenza Carlassare, prima donna titolare di una cattedra di Diritto costituzionale e, a lungo, unica eccezione a una regola declinata sempre e soltanto al maschile («E ciò mi sembrava gravissimo sul piano sociale e politico»).
Qui e ora, della nostra Maestra vogliamo ricordare la docente che ha insegnato a generazioni di studenti dell’Università di Ferrara dal 1978 per quasi vent’anni, contribuendo a trasformare il Dipartimento di Giurisprudenza in una realtà didattica (e scientifica) d’eccellenza.
«Detesto l’idea di nozione. Mi interessa il “sapere”», perché è solo attraverso una progressiva acquisizione di una cultura costituzionale che è possibile formare giuristi rigorosi e, prima ancora, cittadini consapevoli. Lorenza Carlassare ci è riuscita attraverso un’autentica passione per la didattica: le sue erano lezioni vivacissime, impreziosite da continui rimandi alla storia costituzionale, alla prassi istituzionale, alle vicende di più stretta attualità, spesso accompagnate da esempi tanto paradossali quanto efficaci.
La sua disponibilità all’ascolto e alla discussione scavalcava l’ora di lezioni frequentatissime, dall’inizio alla fine del corso. Si incanalava attraverso ulteriori appuntamenti didattici, allora pionieristici: seminari di gruppo, lezioni dialogate, promozione di incontri scientifici dentro e fuori le aule universitarie (fino alla longeva esperienza della Scuola di cultura costituzionale patavina, che Lorenza Carlassare ha fondato e diretto dal 2009 al 2019). «Io credo molto nella parola, altrimenti non parlerei»: lo faceva infatti ovunque, anche nei luoghi più periferici e meno solenni, da chiunque la invitasse.
E poi, a conclusione del percorso didattico, la prova d’esame: rigorosamente ed esclusivamente orale, sempre dialogica, trasformata in ulteriore occasione didattica a beneficio del candidato zoppicante e della platea di studenti in ascolto. Esami, proprio per questo, dalla durata indefinita e non prevedibile, perché ogni interrogazione faceva storia a sé. Si spazientiva nell’intuire uno studio mnemonico della materia. Non tollerava superficialità e pressapochismo nelle risposte. Allo studente diligente preferiva quello che, interrogato su un istituto giuridico, ne sapeva illustrare non solo la disciplina normativa ma anche la ratio. Premiava chi, attraverso l’argomentazione giuridica e il ragionamento logico, riusciva a risolvere – proprio durante l’interrogazione, e dopo un momento iniziale di difficoltà – una domanda che inizialmente poteva apparire troppo ostica.
Delle sue lezioni e del suo metodo d’insegnamento, Lorenza Carlassare ha lasciato un prezioso distillato nel suo volume Conversazioni sulla Costituzione (Padova, Cedam). È uno strumento didattico sui generis, già nelle sue poco classiche dimensioni. E, prima ancora, nel suo titolo: non lezioni né nozioni di diritto costituzionale, ma – non a caso - conversazioni. Pensato originariamente quale supporto alla didattica, poi nelle edizioni successive dotato di sviluppo e autonomia sempre maggiori, ha comunque mantenuto inalterata la sua natura di fondo: quella di un felice incrocio tra l’esperienza didattica e l’attività di ricerca di Lorenza Carlassare.
Nelle sue pagine, propone una lettura unitaria del diritto costituzionale e dei suoi legami con la storia, svelando il carattere non neutrale dei principi costituzionali («La Costituzione non è un testo come gli altri: è carica delle ideologie che provengono dalla Storia»). Scioglie i nessi altrimenti inestricabili tra il diritto costituzionale e la realtà sociale (così svelando «che cosa sottintendano determinate soluzioni, che cosa ne implicano altre, valorizzando lo sfondo politico che le accompagna»).
Un libro la cui chiarezza espositiva, frettolosamente equivocabile in eccessiva semplificazione, è invece il frutto faticoso di una rigorosa lucidità di pensiero. E si traduce in un tratto infrequente per i libri giuridici: la sua generalizzata fruibilità, perché la Costituzione è di tutti, non solo dei chierici del diritto e dei loro occasionali studenti.
Da suoi allievi ferraresi, abbiamo avuto il privilegio di condividere un lungo tratto di strada con Lorenza Carlassare, ricevendone insegnamenti impartiti con rara generosità e totale gratuità. Nel tempo, diventati colleghi della nostra Maestra, siamo stati in grado di apprezzarne ancor più a fondo l’originale contributo al Diritto costituzionale, di cui resta testimonianza corale nei cinque volumi che compongono gli Scritti in suo onore da noi stessi curati (Il diritto costituzionale come regola e limite al potere, Napoli, Jovene, 2009).
Nel dolore del momento, rimane a noi come a tutti la forza del suo esempio di donna e studiosa autenticamente libera, che rieccheggia in queste sue parole che, di Lorenza Carlassare, offrono un preciso autoritratto: «Quando mi rileggo, mi accorgo che l’impalcatura dei miei lavori è sempre e soltanto una: l’analisi critica del potere. Io, in fondo, detesto il potere. Amo istintivamente lo Stato di diritto e il costituzionalismo perché avverto che se è vero che il potere è necessario, è comunque importante ostacolarlo, limitarlo, tagliargli le ali».
Giuditta Brunelli, Andrea Pugiotto, Paolo Veronesi e colleghe e colleghi del Dipartimento di Giurisprudenza