Primo Levi | "Capire i tedeschi". A Unife lo studio sui carteggi inediti grazie all'ERC di Martina Mengoni
Scienza, cultura e ricerca
Attingere per la prima volta dall’archivio privato di Primo Levi per studiare i carteggi scambiati con interlocutori tedeschi e germanofoni e trarne una inedita edizione open access online.
È il cuore del nuovo progetto di ricerca LeviNeT (acronimo per The German Network: Primo Levi’s Correspondence With German Readers and Intellectuals), che ha da poco preso il via al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara con il coordinamento della Dottoressa Martina Mengoni, vincitrice del finanziamento.
Il progetto, inizialmente finanziato per una sede non italiana e successivamente approdato a Ferrara, è stato selezionato nel dicembre 2021 su più di 4 mila proposte e ha ottenuto il finanziamento di 1 milione di euro dell’European Research Council, grazie al programma ERC Starting Grant.
“Il Dipartimento di Studi Umanistici è coinvolto in molteplici progetti di ricerca di caratura europea, ma quello della dott.ssa Mengoni è il nostro primo programma ERC Starting Grant. Si tratta di un importante traguardo di cui sono particolarmente orgoglioso. Voglio anche sottolineare il rafforzamento di una delle aree, quella dell’Italianistica di Unife, che è già fra le più produttive e riconosciute nel panorama internazionale" afferma il Professor Paolo Tanganelli, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife.
"Capire i tedeschi" dopo il dramma dell'Olocausto. Il focus del progetto
Coordinato da Mengoni, studiosa di Levi da oltre dieci anni, il progetto si svolge grazie alla cruciale collaborazione con il "Centro Internazionale di Studi Primo Levi" di Torino.
"Subito dopo la pubblicazione di "Se questo è un uomo" in Germania ovest con il titolo "Ist das ein Mensch?" (Fischer 1961), Primo Levi cominciò un’intensa attività di scambi epistolari con corrispondenti tedeschi e germanofoni che si protrasse dalla fine degli anni cinquanta alla fine degli anni settanta. Proprio il carteggio con il traduttore Heinz Riedt fu il primo di una serie di scambi epistolari con la Germania che Levi intraprese con lettori, intellettuali, studenti, storici, ex deportati e persino con un chimico che ad Auschwitz si trovava dall’altra parte" spiega la Dottoressa Mengoni.
"I “carteggi tedeschi” – più di trecento lettere – non soltanto costituiscono un patrimonio documentario di enorme importanza, ma rappresentano anche un caso di studio cruciale, uno spaccato di storia culturale europea che si è svolto per via postale: quello del dialogo tra un ex deportato e una serie di persone facenti parti, a titolo diverso, del popolo dei persecutori.
Fu un tentativo, unico nel suo genere, non solo di «capire i tedeschi», come Levi stesso scrisse, ma anche e soprattutto di interrogarsi in forma dialogica su un evento storico di portata tragica enorme come quello dell’universo concentrazionario e dello sterminio, e su temi come la vergogna dei sopravvissuti, la colpa collettiva, l’elaborazione del passato, la giustizia retributiva, il rapporto tra memoria individuale e memoria pubblica" sottolinea ancora la ricercatrice.
Martina Mengoni è la Principal investigator del progetto
Il portale online
Sul portale sarà ricostruita la mappatura integrale del carteggio. Le lettere (che si presentano in quattro lingue: italiano, inglese, francese, tedesco) saranno trascritte, annotate e tradotte, in modo che tutte possano essere leggibili in italiano e in inglese. Oltre a timeline, mappe e visualizzazioni grafiche, saranno sviluppati itinerari tematici di approfondimento (anch’essi in forma bilingue) sui temi, i protagonisti, gli avvenimenti storici, le letture condivise, i progetti editoriali che emergono dagli scambi.
Il team
Il team di ricerca che lavorerà presso il Dipartimento di Studi Umanistici sarà composto dalla Principal Investigator, Martina Mengoni, alcune ricercatrici e ricercatori (un dottorando, due assegnisti di ricerca, un ricercatore a tempo determinato), un’azienda informatica che si occuperà di fornire i software e di costruire la struttura del portale su misura, e una serie di traduttori.
Il team sarà reclutato nei prossimi mesi attraverso appositi bandi dell’Università di Ferrara. Del progetto fa parte come co-beneficiario il "Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino", che si occuperà di fornire consulenza bibliografica, materiali d’archivio, e di supervisionare l’organizzazione di una grande mostra, Primo Levi europeo, che insieme a convegni, pubblicazioni, conferenze, workshop costituirà uno degli eventi chiave di disseminazione del progetto.
Martina Mengoni (Pontedera, 1985) ricercatrice Unife, si è laureata all’Università di Pisa, si è perfezionata alla Scuola Alti Studi Fondazione San Carlo di Modena e si è dottorata alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha insegnato letteratura italiana agli studenti stranieri dell’Università di Pisa e ha svolto ricerca due anni presso l’Istituto di lingua e letteratura italiana dell’Università di Berna. Collabora da più di dieci anni con il Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, e ha pubblicato svariati saggi sulla letteratura del novecento e su Primo Levi, tra cui Primo e i tedeschi – Primo Levi and the Germans (Einaudi 2017) e I sommersi e i salvati di Primo Levi. Storia di un libro (Francoforte 1959 – Torino 1986) (Quodlibet 2021).
Se ti è piaciuta questa notizia, iscriviti a Unife News e ricevi ogni mese la newsletter di Unife, con nuovi contenuti e aggiornamenti.
A cura di CHIARA FAZIO