Nobel a Svante Pääbo | Il commento del gruppo di paleogenetica di Unife
Scienza, cultura e ricerca
Il premio Nobel per la Medicina 2022 è stato conferito ieri (ndr 3 ottobre 2022) a Svante Pääbo, biologo e genetista svedese di 67 anni, “per le sue scoperte riguardanti i genomi degli ominidi estinti e l’evoluzione umana”.
Il Professor Pääbo è ritenuto uno dei padri della paleogenetica, campo di ricerca incentrato sullo studio del passato attraverso l'esame del materiale genetico proveniente dai resti di antichi organismi. Nel corso della sua carriera, Svante Pääbo ha collaborato con il gruppo di paleogentica dell'Università di Ferrara, fondato dal Professor Guido Barbujani, della sezione Sezione di Biologia ed Evoluzione del Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie.
"Un Nobel meritato, che sana un ritardo nella categoria. I Nobel in Medicina vengono generalmente assegnati a ricercatori che lavorano nei settori di applicazione clinica, trascurando il notevole contributo associato allo studio dell’evoluzione.
Il Nobel a Pääbo rappresenta quindi un premio che riguarda tutto un settore della ricerca associato a contributi importantissimi. Le precedenti teorie sulla specie Neanderthal derivavano esclusivamente le ipotesi formulate a seguito dall’analisi dei reperti ossei. I nuovi studi di paleogenetica ci permettono di fotografare la storia dell’evoluzione in modo molto più preciso” ha dichiarato il Professor Barbujani alla giornalista Valentina Di Paola di AGI.
Il Professor Guido Barbujani del Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie
"Svante Pääbo è stato il precursore della genetica dell'antico, e il primo a sequenziare il genoma di neandertal, nel 2010.
La sequenza del genoma neandertaliano ha permesso di comprendere quanto la nostra specie si differenzi a livello genetico dalle specie arcaiche oggi estinte, di comprendere "cosa ci rende umani".
Ha permesso di identificare quali regioni del DNA della nostra specie siano il risultato di incroci tra sapiens e neandertal, e come queste possano aver contribuito al nostro successo evolutivo e alla capacità adattativa a nuovi ambienti dimostrata dalla nostra specie.
Ha identificato, nel 2012, una nuova specie di ominidi, l'uomo di Denisova, l'unica specie identificata sotto il profilo genomico prima che paleoantropologico (il genoma completo è stato infatti estratto da una falangetta, unico reperto osseo che abbiamo avuto a disposizione per molto tempo).
Le scoperte straordinarie di Paabo hanno permesso di fare passi da gigante su quella che è stata la nostra storia passata, sulla ricostruzione della nostra storia evolutiva e sulle interazioni con i nostri parenti più prossimi" afferma Silvia Ghirotto, Professoressa del Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie dell'Università di Ferrara.
Silvia Ghirotto, Professoressa del Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie
Per saperne di più
- La Repubblica del 3/10/22: Nobel Medicina, il genetista Barbujani: "Svante è curioso, libero e ama le mummie"
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