Prevenzione e misure protettive generali
a cura di
Prof. Carlo Contini (Dipartimento di Scienze Mediche, Sezione di Malattie Infettive)
Prof. Luciano Fadiga (Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgico Specialistiche, Sezione di Fisiologia Umana)
Aggiornamento al 7 dicembre 2020
Prevenzione del contagio
Al momento non esiste ancora un vaccino per prevenire il COVID-19 anche se numerosi laboratori sono in corsa per la sua realizzazione.
Poiché la trasmissione di SARS-CoV-2 avviene principalmente per via aerea da una persona all'altra attraverso droplets, devono essere adottate individualmente misure precauzionali al fine di proteggere se stessi ed evitare di trasmettere il virus ad altri.
In tal senso, il distanziamento interpersonale, l’igiene delle mani, l’uso delle mascherine e dei guanti rappresentano il miglior presidio oggi esistente da punto di vista della prevenzione del contagio.
Misure protettive generali
Igiene delle mani
Le mani dovrebbero essere lavate con sapone e acqua per 40-60 sec in seguito a contatto con oggetti potenzialmente contaminati dal virus e persone infette. In assenza di acqua si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti per le mani (hand sanitizers), a base alcolica ad una concentrazione pari al 70% v/v. Tale concentrazione riesce a denaturare le proteine lentamente e permettere così l’entrata continua dell’etanolo, esplicando efficacemente la sua funzione. Concentrazioni superiori (80/90%) non disinfettano, in quanto la velocità di denaturazione delle proteine è tale da formare un coagulo che impedisce l'ulteriore penetrazione dell'etanolo che non arriva al materiale genetico .
Igiene respiratoria
Mantenere una distanza di circa 1-2 metri (immaginate le due persone distanti almeno la lunghezza delle loro braccia che si toccano con la punta dell’indice), soprattutto se si tratta di persone che tossiscono o starnutiscono;
Evitare di tossire o starnutire in direzione di altri. Se si tossisce o starnutisce, farlo nell’incavo del braccio;
Utilizzare fazzoletti e gettarli immediatamente dopo l’uso
Evitare posti affollati o viaggi nelle zone colpite dalla pandemia. In caso di permanenza in luoghi chiusi, o eventi che generano assembramenti, indossare sempre la mascherina chirurgica.
Mascherine
Le mascherine antivirus sono dispositivi facciali che forniscono una protezione nei confronti della diffusione di eventuali microrganismi o virus potenzialmente dannosi per l'organismo. Esse non sono tutte uguali.
A seconda dei rischi a cui si è esposti e al livello di protezione che si vuole ricevere sarà indicato l'utilizzo di comuni mascherine chirurgiche o le più protettive mascherine con filtri.
Mascherine chirurgiche
Sono dispositivi di protezione delle vie respiratorie (naso e bocca) principalmente progettate per bloccare le droplets di secrezioni respiratorie emesse dalle persone infette che le indossano; per impedire che le stesse raggiungano le mucose del naso e della bocca altrui. Coprendo naso e bocca, servono quindi ad impedire la fuoriuscita di secrezioni respiratorie, aerosol e droplets contenenti batteri o virus potenzialmente infettanti ed altre particelle, generati con colpi di tosse, starnuti, o anche respirando, che rimangono pertanto intrappolati nella mascherina. Non essendo dotate di un sistema filtrante, queste mascherine possono soltanto impedire di diffondere il contagio nell’ambiente circostante. Quindi, chi indossa la mascherina chirurgica non infetta gli altri ma viene potenzialmente raggiunto dalle droplets di soggetti infetti senza protezione. Possono non fornire un'adeguata protezione per coloro che sono esposti a un rischio di contaminazione (p.es., manovre diagnostiche invasive, contatti stretti).
Mascherine di categoria FFP (Filtering Face Piece)
Il loro pregio sta nella capacità di filtrare bene l’aria che esce da naso e bocca. Nel caso in cui siano sprovviste di valvola, hanno una capacità di filtraggio verso l’esterno molto elevata, pari al 95%. Per questo motivo sono considerate utili per limitare fortemente la diffusione di droplets che si propagano parlando o attraverso colpi di tosse e starnuti (Figura 1). Rispetto alle mascherine chirurgiche hanno una struttura facciale protettiva più solida e sono dotate di un sistema di filtraggio respiratorio omologato che blocca il passaggio delle più piccole sostanze pericolose, favorendo l'uscita dell'aria. In pratica, sono progettate per filtrare l'aria che respiriamo dall'esterno, con l’obiettivo d'impedire che particelle, virus o batteri possano entrare nel nostro organismo. Le mascherine FFP con valvola, sono al contrario pericolosissime per gli altri (v. sotto) e non vanno utilizzate se non ricoprendole con una mascherina chirurgica.
Mascherine di classe FFP1 (tipo antipolvere da cantiere)
Non sono idonee per la protezione da agenti patogeni che si trasmettono per via aerea. Sono maschere semi-facciali antipolvere comunemente utilizzate in diversi settori in grado di proteggere le vie respiratorie da particelle solide e liquide non volatili quando la loro concentrazione non supera 4,5 volte il valore limite. Hanno una capacità filtrante di almeno l’80% delle particelle sospese nell’aria e una perdita verso l’interno minore del 22% (Figura 1).
Mascherine di classe FFP2 ed FFP3
Le mascherine antivirus si distinguono per diverse funzionalità di filtro e secondo le raccomandazioni dell’OMS e la normativa europea EN 149, le più efficaci contro i virus sono due: il modello FFP2 e il modello FFP3. Possono essere dotate di valvola.
FFP2. Sono dotate di una buona efficienza di filtrazione che garantiscono un'alta protezione da batteri, virus e garantendo un'efficienza di filtrazione minima del 92% grazie all'utilizzo di carboni attivi (Figura 1). Per la loro capacità di filtraggio, sono indicate per gli operatori sanitari o per le persone esposte a rischio basso-moderato, in situazioni come ad esempio l'assistenza a pazienti affetti da malattie aerotrasportate. Chi la indossa ha il 18% di possibilità di contagiarsi ma l'80% di infettare gli altri se positivo al virus.
FFP3. Sono dispositivi progettati per garantire la massima protezione da sostanze liquide e solide tossiche, radioattive, cancerogene, virus e batteri. Infatti, sono capaci di filtrare il 98% (e oltre) delle particelle in sospensione molto fini e pericolose. L'ampia capacità di filtraggio rende le mascherine FFP3 dispositivo individuale necessario per gli operatori sanitari e tutte le persone esposte ad alto rischi come quello da COVID-19. C'è il 5% di possibilità di infettarsi, ma all'80% chi la indossa può infettare gli altri, se malato (Figura 1).
Questi 2 tipi di mascherina, se dotati di valvola di esalazione, non hanno alcun effetto filtrante in uscita. Garantiscono, è vero una notevole efficacia di filtrazione per l'aria in entrata, ma non per quella in uscita. Ciò significa che un paziente COVID-19 positivo rischia di contagiare altre persone indossando una mascherina dotata di valvola. In altre parole, chi indossa queste mascherine in un contesto in cui vi sia l’obbligo di schermatura verso l’esterno è da considerare senza maschera, con tutte le conseguenze, anche penali, del caso.
Le mascherine di classe FFP2 sono indicate a chi è esposto a un rischio medio-basso e utilizzate dagli operatori sanitari che assistono positivi o potenzialmente positivi.
Le mascherine FFP3 sono per chi è esposto ad alto rischio e devono essere indossate da medici e operatori sanitari che assistono soggetti infetti o potenzialmente infetti, in particolare durante manovre che producono maggiore aerosolizzazione come intubazione, broncoaspirazione a circuito aperto e broncoscopia.
La maggior parte di queste mascherine sono progettate in modo da aderire strettamente al viso di chi li indossa e alcune sono dotate anche di valvola di espirazione per ridurre l'umidità e il calore all'interno, per offrire il massimo comfort all’utilizzatore.
L’utilizzo delle mascherine come raccomandano l’OMS e l’Istituto Superiore di sanità (ISS) deve sempre accompagnarsi allo scrupoloso rispetto di appropriate norme igieniche: principalmente lavaggio delle mani e distanziamento sociale.
Al fine di garantire la massima efficacia delle mascherine (antivirus) l’OMS raccomanda di:
- lavarsi le mani con acqua e sapone o strofinale con una soluzione alcolica prima di indossarle
- evitare di toccare la mascherina nella parte a contatto con bocca e naso ma indossarla prendendola dall’elastico
- fare aderire bene la mascherina al volto coprendo completamente naso e bocca, facendo attenzione che non vi siano spazi tra il viso e la mascherina
- quando diventa umida, sostituirla con una mascherina nuova e non riutilizzarla
- rimuovere la mascherina prendendola dall’elastico e gettarla in un sacchetto.
- la maggior parte delle mascherine non è riutilizzabile, né va conservata dopo l’uso.
Figura 1 - Caratteristiche delle principali Mascherine in commercio
Guanti
L’uso dei guanti, come quello delle mascherine, aiuta a prevenire le infezioni ma solo a determinate condizioni. Diversamente, il dispositivo di protezione può diventare un veicolo di contagio e possono dare una falsa percezione di sicurezza. Secondo l’ISS infatti, i guanti non sostituiscono la corretta igiene delle mani che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato per 60 secondi; devono essere ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati; non devono venire a contatto con bocca naso e occhi, come per le mani; devono essere eliminati al termine dell’uso, per esempio, al supermercato; non devono essere riutilizzati.
Essi sono necessari in alcuni contesti lavorativi come per esempio personale addetto alla pulizia, alla ristorazione o al commercio di alimenti e sono indispensabili nel caso di assistenza ospedaliera o domiciliare a malati.
Occhiali protettivi
Gli occhiali potrebbero ridurre il rischio di Covid-19 per il fatto che le persone che li indossano si toccano meno gli occhi, riducendo quindi la possibilità di trasferire il virus dalle mani agli occhi. E’ ancora presto per raccomandare a tutti di indossare gli occhiali per proteggersi dal coronavirus.
Allo stato attuale quindi ed in assenza dell’immunoprofilassi attiva (vaccino) e di farmaci specifici, le uniche misure efficaci anti-contagio sono, e restano, tre: il distanziamento interpersonale, l’uso delle mascherine e il lavaggio delle mani. Esse rappresentano oggi il miglior presidio per il contenimento del virus.
La circolazione di SARS-CoV-2 avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione e assembramento), di contatti sociali, di aumentata mobilità. Si conferma il cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati all’incremento del turismo e alle attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) osservato nelle settimane precedenti.
Allo stato attuale, SARS-CoV-2 è endemico nella specie umana e probabilmente circolerà per un periodo di tempo non ancora precisabile. Occorre applicare tutti i mezzi di diagnosi diretta con un numero elevato di tamponi giornalieri (o con i test rapidi volti alla ricerca dell’antigene virale), e soprattutto, identificare, tracciare e isolare i soggetti positivi e spegnere rapidamente i focolai. Il “tracing” istantaneo è la vera arma del territorio per tracciare i nuovi casi. Tuttavia, il sistema di tracciamento in molte regioni è collassato e la situazione dei contagi, allo stato attuale non è più quella reale. In questo caso, ad esempio, ci potrebbero essere in circolo molti più asintomatici di quanti non ne siano stati segnalati alle autorità sanitarie. Un fattore che cambierebbe la prospettiva nella proporzione tra contagi e decessi.
Leggi anche: