Trasformazione digitale | Intervista a Francesco Andresini, studente Unife vincitore del bando “La mia Europa di domani”
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Francesco Andresini è lo studente del corso di Biotecnologie Mediche a Unife che ha vinto il concorso “La mia Europa di domani”, bandito dal Centro Universitario Interdipartimentale di Ricerca on European Affairs (CREAF), in collaborazione con Agenda Geopolitica della Fondazione Ducci e Movimento Europeo in Italia, della categoria concorsuale “la trasformazione digitale dell’Europa”.
Lo abbiamo incontrato per farci raccontare il suo percorso a Unife e l'esperienza del concorso.
Ciao Francesco, benvenuto! Ti va di raccontarci il tuo percorso a Unife?
Certo! Ho iniziato Biotecnologie come "soluzione temporanea" dopo aver tentato il test di Medicina. A Unife, perché ha un buon programma e pensavo fosse un modo utile per prepararmi a rifare il test.
Invece poi ho scelto di continuare con Biotecnologie Mediche, senza rammarico devo dire: dopo il percorso della triennale ho intrapreso un master in management sanitario per virare sull’ambito dirigenziale.
Ma come hai saputo del concorso “La mia Europa di domani”? E cosa ti ha spinto a partecipare?
Sono stato informato del concorso grazie a una mail dell’Università.
Il bando prevedeva otto aree tematiche, una delle quali aveva a che fare con l'area sanitaria, e così è scattato il mio interesse.
Nonostante i tempi stretti ho deciso di partecipare, e forse il fatto di aver fretta mi ha fatto lavorare con più motivazione e disciplina. Insomma, ci ho provato ed è andata bene!
Su cosa verte il tuo elaborato, che poi è risultata vincente?
L'area concorsuale cui ho partecipato prevedeva di redigere una valutazione critica del programma europeo Horizon Europe circa l'erogazione di fondi nel post-pandemia per il piano di ripresa economica.
Essendo il tema specifico “la trasformazione digitale dell’Europa”, ho deciso di dedicare il mio elaborato alle valutazioni e previsioni che riguardano l'implementazione tecnologica in ambito medico. Nel farlo, sono state fondamentali le competenze che ho ottenuto a Unife. Penso ad esempio a quanto ho appreso sulla cronobiologia, sugli effetti della tecnologia sull’uomo, sui big data e sull’impatto che tutti questi aspetti hanno sulla salute.
Come ti sei documentato e come hai strutturato il tuo lavoro?
Nella prima fase mi sono dedicato alla raccolta delle informazioni sul programma di finanziamento Horizon Europe. Poi, come indicato sul bando, ho prodotto un abstract di 1500 parole con cui ho presentato il mio lavoro. Infine, mi sono dedicato all’elaborato vero e proprio, che ho diviso per aree tematiche seguendo la traccia dei capitoli di Horizon Europe.
Trasformazione digitale in ambito medico: hai approfondito un tema davvero cruciale per i nostri tempi
Il tema mi appassiona e non ho difficoltà a rimanere aggiornato. Il fatto che una cosa piaccia è un vantaggio enorme che permette di studiare e lavorare senza fare troppa fatica.
Inoltre, sono riuscito a trovare il collegamento con gli studi che sto seguendo a livello universitario. Alcune informazioni le avevo già nel mio background, altri li ho approfonditi ad hoc, per essere in grado di dare una valutazione precisa e oggettiva.
Da quel che racconti sembra essere stato un percorso emozionante.
Ho lavorato sodo per produrre il mio saggio; quando l'ho sottomesso non nego che è subentrata un po’ di ansia, ma anche la soddisfazione di essermi dedicato a qualcosacui tenevo.
La comunicazione della vittoria è arrivata circa quattro mesi dopo: è stato un momento molto entusiasmante!
Che tipo di carriera vorresti intraprendere?
Mi interesserebbe occuparmi di un qualcosa che avesse a che fare con l’ambiente politico e scientifico, quindi ruoli gestionali in uffici pubblici della sanità. Da questo la mia intenzione di fare il master in management sanitario.
Punto quindi a ricoprire ruoli dirigenziali più che operativi, che abbiano a che fare con il mondo della politica sanitaria. Mi piacciono ruoli più dinamici e dove le mie decisioni e le mie idee possano avere un peso.
Hai qualcosa da aggiungere?
Mi sento solo di dare il consiglio di provare e "buttarsi", soprattutto nelle cose che interessano, indipendentemente dalla possibilità di vincere un premio. Sperimentare aiuta a crescere, anche e soprattutto quando le cose hanno un esito negativo. Sono esperienze che ci fanno aumentare la consapevolezza in noi stessi, in cosa sappiamo fare e in cosa dobbiamo migliorare, a qualsiasi età.
Intervista a cura di Matteo Bellinazzi, tirocinante dell'Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale
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