Cordoglio per la scomparsa del Prof. Pierpaolo Zamorani | Il ricordo dei suoi colleghi
E’ venuto a mancare il nei giorni scorsi il Professor Pierpaolo Zamorani, già illustre accademico dell’Università di Ferrara.
La sua scomparsa segna un grave lutto per l’Ateneo ferrarese. Il Rettore Giorgio Zauli, a nome suo personale e di tutta la comunità universitaria, esprime ai famigliari il più vivo e sentito cordoglio.
Il Professor Pierpaolo Zamorani ha cominciato la sua brillante carriera accademica come tecnico laureato presso l’Istituto Giuridico Tumiati dell’Ateneo ferrarese e, nel volgere di pochi anni, ha vinto il concorso a cattedra di Diritto romano, insegnando diverse materie fondamentali della disciplina romanistica (ex parvis saepe magnarum momenta rerum pendent, come diceva Livio). Pierpaolo Zamorani è stato un Professore anomalo, apparentemente “controtendenza” ma realmente precursore. Professore “controtendenza”. A dispetto della prevalente visione degli studi e della didattica attuali, almeno a parole fortemente ispirati alle esigenze dell’internazionalizzazione, il Prof. Zamorani prima di tutto non amava viaggiare e agli inviti personali rispondeva compiaciuto che preferiva starsene a casa. Frequentava di mala voglia i convegni, quanto mai distante dai fasti congressuali e dalle pieghe che simili incontri potevano assumere, come ci ha raccontato brillantemente David Lodge. Non di meno, la sua produzione scientifica era ispirata a un rigoroso confronto internazionale. L’Accademia del tempo ricorderà senz’altro una celebre disputa scientifica che Zamorani ha condotto con il più importante romanista tedesco, Max Kaser, sul tema del “precario habere”, oggetto di comuni studi condotti con opposti punti di vista. E ciò guadagnò, si può ben dire, una notorietà transnazionale al nostro amato collega, allora giovanissimo. L’apparente distacco con cui valutava i suoi prodotti scientifici, come del resto quelli degli altri, era assai probabilmente segno di una più generale concezione della storia venata di scetticismo: come non giustificava approcci superficiali, così non ammetteva assolutismi ideologici. È a tutti noto che Zamorani ha scritto poesie di diritto romano, nelle quali sembra prendere corpo questa concezione relativistica della storia, praticando nella finzione poetica l’“Antistoria del diritto”. Ci piace, a conclusione, citare i versi finali del sonetto appunto intitolato all’Antistoria: “Darò una voce a chi fu sempre zitto./ Darò un nome ed un volto a chi fu senza./ Scriverò l’Antistoria del diritto.
I suoi colleghi
A. D. Manfredini
L. Desanti
P. Ferretti
S. Schiavo