Racconti dall’estero | Intervista a Ekaterina, studentessa Unife di Matematica a Barcellona
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Racconti dall'estero è il viaggio virtuale che ripercorre le tappe delle studentesse e degli studenti Unife in giro per il mondo.
Anche quest'anno i programmi di mobilità internazionale non si sono fermati, e con essi arriva la nuova edizione di interviste a puntate per conoscere le storie di chi ha scelto di provare un'esperienza di studio e di vita all'estero.
La prima tappa è Barcellona, dove Ekaterina Valkova, studentessa al terzo anno del corso di Laurea Triennale in Matematica, sta svolgendo il suo periodo di studio Erasmus+.
Benvenuta Ekaterina. Ci racconti cosa ti ha spinto a intraprendere questa esperienza?
Ciao a tutti! Ho scelto di partire perché avevo tanta voglia di mettermi in gioco, soprattutto dopo essere stata bloccata dalla pandemia. Sono in un momento della vita in cui mi sento “sull'onda dell'entusiasmo": sono aperta a nuove opportunità, cambiamenti e scoperte.
Ho scelto l’Università Autonoma di Barcellona perché collabora con molte aziende e propone agli studenti che hanno concluso il percorso Erasmus Studio+, uno stage in azienda. Questa possibilità mi permette di maturare i crediti dello stage obbligatorio e, allo stesso tempo, prolungare la mia permanenza a Barcellona. Sono giunta quasi al termine dell'esperienza Erasmus e ora ho finalmente realizzato di volermi dedicare al ramo della matematica applicata. Inizierò, quindi, il mio stage in un'azienda spagnola leader nel settore della produzione di gas per medicinali.
È stato difficile decidere di partire in un periodo come questo?
Io sono partita a febbraio 2020. A gennaio mi sono ammalata di Covid-19 e, vista la gravità della situazione in Italia e all’estero, pensavo che il progetto saltasse. Nelle settimane in cui sono stata a casa per il Covid, ho ripreso la mia documentazione e ho scritto a Unife e all'Università di Barcellona. Nonostante le scadenze, le due università mi sono venute incontro e abbiamo ricostruito il progetto. Ciò che mi ha permesso di essere qui a Barcellona è stata la grande disponibilità delle università, ma anche la mia forte determinazione a partire.
Come ti sei approcciata all'ambiente universitario di Barcellona, considerando le limitazioni imposte?
Devo dire che è stato difficile stringere una reale amicizia con i miei compagni, considerando le poche volte in cui sono stata in campus a fare lezione in presenza. Avevo già dei conoscenti che lavorano a Barcellona e nel fine settimana passavo il tempo libero con loro. La didattica è stata principalmente a distanza ma, nonostante i lati negativi, mi ha permesso di sentirmi parte dell'ambiente universitario. Inoltre, ho avuto la possibilità di riascoltare le lezioni e anche più tempo da dedicare allo studio. Paradossalmente si è creato un rapporto stretto e diretto con i professori, che erano disponibili per videochiamate in privato in caso di dubbi.
Credi possa essere utile fare un'esperienza all'estero durante il periodo di studio?
Penso sia un'esperienza importante per il percorso di uno studente universitario. È inutile dire che i primi mesi sono i più difficili perché si deve recuperare tutto da capo e si deve imparare a conoscere la nuova università. È una competizione con sé stessi.
Tenere duro, superare i propri limiti e imparare a gestire le difficoltà sono i migliori modi per crescere.
Intervista a cura di RICCARDO VISENTINI, tirocinante del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione di Unife.