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Sport e Studio | Intervista ad Alice Melotti, equilibrio tra la passione per l'atletica e impegno universitario

31/07/2023

Persone

Alice Melotti, studentessa di Tecnica della riabilitazione psichiatrica del nostro Ateneo e sprinter di Atletica Estense, ha recentemente ottenuto un prestigioso quarto posto ai Campionati Italiani Under 23 di Agropoli.

Un risultato trionfale non solo per Alice, ma anche per l'intera città di Ferrara, poiché è il miglior piazzamento mai ottenuto da una velocista ferrarese nella storia dei campionati nazionali U23.

L'abbiamo intervistata per conoscere il suo percorso, caratterizzato da passione, impegno e determinazione. 

Ciao Alice  grazie per aver accettato il nostro invito e per la disponibilità. Partiamo dal percorso che ti ha portato all'atletica

All'inizio ho provato molti altri sport, come la danza classica, il basket, il tennis e il pattinaggio. Durante le medie, il mio professore, vedendo che ero sempre più veloce persino dei ragazzi, mi ha suggerito di provare l'atletica, ma non ero del tutto convinta.
È stato solo al secondo anno di superiori, all'età di 15-16 anni, verso settembre, che ho deciso di dare una possibilità a questo sport. Un giorno ho accompagnato un'amica a una lezione di atletica e lì è scattata la scintilla.
Ho subito notato che i risultati arrivavano rapidamente e mi sono sentita completamente coinvolta.
Da quel momento, ho deciso di impegnarmi seriamente in questo sport e oggi mi trovo all'ottavo anno di percorso. È incredibile come una semplice occasione abbia portato a una passione così intensa.

E oggi sei anche una studentesse di Tecnica della riabilitazione psichiatrica a Unife. Cosa ti ha spinto a scegliere questo percorso di studi e come ti stai trovando?

Sono sempre stata affascinata dalle materie psicologiche. Ho scoperto il corso in Riabilitazione psichiatrica durante una giornata di Unife Orienta: mi ha subito colpito. Ho superato il test di ammissione ed ero molto felice di essere stata accettata.  
Finora mi sono trovata davvero bene e a novembre dovrò laurearmi. Devo ancora decidere se proseguire con la magistrale o magari intraprendere un percorso diverso, come un master. Le opportunità sono tante e tutto è ancora in divenire.

Quanto tempo dedichi agli allenamenti di atletica per prepararti al meglio? In che modo hai trovato un equilibrio tra la tua passione per l'atletica e il completamento dei tuoi studi universitari?

Normalmente faccio cinque allenamenti a settimana, della durata di un'ora e mezza ciascuno. Ogni tanto, durante i periodi in cui devo prepararmi per gare specifiche, faccio anche sette allenamenti a settimana; restano liberi solo sabato e domenica. 
A volte è difficile bilanciare gli studi universitari con l'atletica, soprattutto perché il mio corso prevede molti tirocini obbligatori che ho dovuto incastrare insieme agli allenamenti. Il periodo più impegnativo è stato a ottobre/novembre, con le lezioni, il tirocinio e gli allenamenti tutti insieme.
Ho sempre cercato di trovare il tempo perché l'atletica è davvero fondamentale per me. Quando qualcosa conta davvero, il tempo si trova sempre. E alla fine vedere i risultati sia in pista che all'università è davvero gratificante.

Quali sono state le sfide e le soddisfazioni nel percorso di studi a Unife?

Le sfide che ho affrontato durante il mio percorso di studi sono state davvero stimolanti e coinvolgenti. Mettere insieme lo studio, i tirocini e la passione per l'atletica è stato un vero rompicapo, ma amo le sfide e mi sento sempre determinata a superarle.
Credo di essere riuscita a gestire entrambi i campi abbastanza bene grazie alla mia naturale attitudine a essere precisa e organizzata. E sapere di essere riuscita a laurearmi in tempo è stato un traguardo davvero gratificante.

In che modo gli studi universitari e l’atletica hanno contribuito al tuo sviluppo come persona e come atleta? 

Prima di tutto, devo ammettere che l'atletica ha contribuito a formarmi fin da prima dell'università, aprendo nuovi orizzonti nella mia vita.
È stato proprio grazie a questo sport che ho scoperto il corso di laurea che ho scelto. L'atletica è spesso considerata uno sport individuale, ma in realtà va oltre: è come far parte di una grande squadra, una famiglia.
Ciò che adoro di più è che la competizione non è mai contro gli altri, ma con me stessa, cercando sempre di superarmi.
Questo sport mi ha insegnato valori importanti, non solo nell'ambito sportivo ma anche nella vita di tutti i giorni. È un'esperienza che va al di là del campo di gioco ed è parte integrante del mio percorso universitario e personale.

Hai partecipato ai campionati italiani Under23 di Agropoli come ti senti riguardo alla tua prestazione?

Partecipare ai campionati italiani Under23 ad Agropoli è stata un'esperienza davvero emozionante! Arrivare in finale già rappresenta per me un obiettivo raggiunto e mi sento davvero felicissima.
Durante l'attesa tra la batteria e la finale, ero in panico perché avevo solo un'ora di tempo e non sapevo cosa fare: riscaldarmi di nuovo, dormire, mangiare? Insomma, era un misto di ansia e gioia perché per me, in fondo, il risultato era già fantastico. 
Essere tra le prime otto d'Italia è già un risultato eccezionale, ma classificarsi al quarto posto è ancora più gratificante.
Inoltre, ho anche stabilito i record femminili all time sui 200 metri per Ferrara e all time promesse sui 100 metri, il che è stato davvero gratificante. Sono stati momenti incredibili.

Come gestisci la pressione e l'ambizione di ottenere risultati sempre migliori sia in ambito sportivo che universitario?

Quando ottenevo risultati medi, non ci pensavo troppo, correvo in pista e zero problemi. Ma quando ho iniziato a competere per obiettivi più importanti e sentivo le aspettative di qualcuno su di me, l'ansia mi ha colpito in pieno, soprattutto durante un periodo che ho avuto quest'inverno. Questo mi ha fatto vivere male le gare.
Per affrontare la sfida ho deciso di chiedere aiuto a un mental coach. Ho iniziato a lavorare con lui a luglio e mi ha aiutato a gestire meglio l'ansia e la pressione. Questo lavoro è stato davvero prezioso, soprattutto durante gli Italiani, dove sono riuscita a gestire meglio la fase delle batterie di qualificazione e i tempi per i minimi di accesso. La mente influisce enormemente in uno sport come il mio, dove devi dar tutto in 11 secondi dopo mesi o anni di preparazione. Grazie a queste strategie, mi sono sentita più preparata e ho ottenuto risultati molto soddisfacenti.

Quali sono le lezioni che hai imparato dalle tue esperienze di successo e di sconfitta?

Ho imparato molto dai successi, ma soprattutto dagli insuccessi. Gli insuccessi mi hanno insegnato che non sempre si può essere al 100%, ci sono periodi difficili e momenti in cui le prestazioni non vengono come vorresti.
In questi momenti, ho imparato a essere più umile e ad analizzare i miei errori per migliorarmi. D'altra parte, i successi mi hanno insegnato che il duro lavoro e l'impegno pagano sempre, e mi hanno spronato a migliorare costantemente.

Quali consigli daresti alle studentesse e agli studenti atleti che stanno affrontando la sfida di conciliare gli studi universitari con lo sport di alto livello?

Il mio consiglio è di non mollare mai e di dare la priorità a entrambi gli impegni. Ci saranno periodi intensi e faticosi, ma è importante trovare un equilibrio e gestirsi al meglio. Non bisogna avere fretta, ma concentrarsi su un passo alla volta e non farsi sopraffare dalla pressione. L'importante è raggiungere gli obiettivi prefissati e andare avanti con costanza e perseveranza.

Grazie infinite per aver condiviso la tua storia, Alice. Ti auguriamo il massimo successo nel tuo percorso sia nello sport che negli studi. 

Grazie a voi per l'opportunità di raccontare la mia esperienza. 

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Intervista a cura di Nicola Ferrari, tirocinante dell'Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale.