Almalaurea | Dottorati e Master Unife a forte internazionalizzazione e con occupazione oltre la media
Vita universitaria
Sono soddisfatti del corso frequentato, hanno ottime performance occupazionali con un miglioramento della propria formazione e delle prospettive lavorative e mettono in pratica le competenze acquisite nel percorso di studi post laurea.
Sono alcune delle caratteristiche evidenziate dal VI Report sul profilo e sulla condizione occupazionale di dottoresse, dottori di ricerca e diplomate/i di master dell’Università di Ferrara, che anche quest’anno supera le medie nazionali in alcune delle principali aree di rilevazione.
Dottorati di ricerca
Il profilo di dottoresse e dottori di ricerca
Sul totale del campione intervistato (105 dottoresse e dottori di ricerca di Unife nel 2020) il 21,9% ha ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo (joint degree o double/multiple degree) rispetto al 9,5% della media nazionale. Il 7,6% ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato), rispetto al 5,4% del dato complessivo.
La qualità dei corsi di dottorato Unife si riconosce anche dalla capacità di attrarre talenti della ricerca anche da altri Atenei: infatti solo il 48,6% dei dottori di ricerca di Unife ha conseguito la laurea Ferrara, contro il 58,7% della media nazionale, segno che i dottorati Unife sono scelti per la loro qualità e selezionano i candidati migliori. Anche dall'estero: i dottori di ricerca con cittadinanza estera sono il 21% (15,1% il dato nazionale).
Il 75,2% dei dottori di ricerca Unife, già al momento della laurea aveva intenzione di iscriversi al dottorato. Un dato più o meno in media con quello nazionale del 77,8%. Tra le motivazioni il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica (87,6% per i dottori Unife, contro l’82,3% nazionale), la possibilità di svolgere attività di ricerca e studio in ambito accademico (54,3% per Unife contro un totale di 52,3%) e per il 43,8% dei dottori di ricerca Unife il miglioramento delle prospettive lavorative (39,1% il dato nazionale).
Più elevata del dato nazionale anche la percentuale dei dottori di ricerca che ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero, il 73,3% contro il 55,4% e per il 18,2% di questi la durata dell’esperienza ha superato i 6 mesi. La soddisfazione complessiva dei dottori per l’esperienza all’estero è pari, in media, a 8,7 su una scala 1-10.
Tra i dati significativi anche il coinvolgimento dei dottori in gruppi di ricerca, 79% rispetto al 73,7% italiano e la percentuale di chi ha realizzato almeno una pubblicazione, il 91,4%% contro l’83,6% e, tra questi, il 92,7% l’ha realizzata in inglese.
Si iscriverebbero nuovamente allo stesso corso di dottorato nello stesso Ateneo il 65,7% dei dottori di ricerca. L’acquisizione di nuove competenze e abilità specifiche ha ottenuto in media un punteggio di 8,2 su 10, l’approfondimento di contenuti teorici 7,7 e la padronanza di tecniche di ricerca 8,0.
La condizione occupazionale di dottoresse e dottori di ricerca
I dati, che analizzano le performance di 97 dottoresse e dottori di ricerca del 2019 di Unife a un anno dal conseguimento del titolo, sono superiori alla media per quanto riguarda il tasso di occupazione, pari al 94,4%, contro l’88,1% italiano. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze lavoro ovvero su quanti sono inseriti nel mercato del lavoro, è pari al 2,9%, nettamente inferiore al dato nazionale del 6,3%.
Il 67,7% degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione: in particolare, il 32,3% è un ricercatore o tecnico laureato nell'università (40,4% il dato nazionale), mentre il 35,5% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione.
Il 57,1% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca, in una giornata lavorativa tipo, in misura elevata, più o meno in media con il dato italiano del 59,2%.
Il 68% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto in linea con il dato nazionale del 69,8%, e il 67,9% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio.
Dove vanno a lavorare? Il 57,6% dei dottori di ricerca è occupato nel settore privato rispetto al 60,2% nazionale, il 36,4% nel settore privato (37% a livello nazionale). In quanto agli ambiti di attività, il settore servizi assorbe l’87,9% dei dottori di ricerca contro l’87,4% italiano, mentre l’industria accoglie il 9,1% degli occupati contro l’11,6% della media italiana.
“Sono molto soddisfatto dei risultati emersi dal Report di Almalaurea che rappresentano la sempre maggiore attenzione dell’Ateneo verso i corsi di dottorato - afferma il Professor Massimo Coltorti, Direttore dello IUSS, Istituto Universitario di Studi Superiori che coordina le attività di dottorato a Unife -. Dato molto positivo quello sull’attrattività di Unife, il 48,6% dei dottori di ricerca si è laureato a Ferrara, mentre ci hanno scelti il 33,3% di laureate/i di altri Atenei italiani e il 16,2% di nostri dottori aveva conseguito la laurea in un ateneo straniero. Sintomo del valore e della qualità dei nostri percorsi dottorali. Altro risultato significativo quello in merito all’internazionalizzazione dei nostri corsi con un 21,9% di dottori di ricerca che hanno ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo rispetto al 9,5% della media nazionale. Superiore alla media nazionale di oltre due punti anche la percentuale di chi ha svolto un dottorato industriale o in alto apprendistato in collaborazione con le imprese, 7,6%, a dimostrazione di come i nostri corsi si rivolgano a 360° al sistema Paese. Il dato sulla condizione occupazionale (94,4%, contro l’88,1% italiano), dimostra come i nostri dottorati siano orientati al trasferimento di conoscenze e alla promozione di innovazione per contribuire allo sviluppo e alla crescita non solo del nostro territorio, ma anche a livello nazionale”.
Master
Il profilo dei diplomati di Unife
Anche per quanto riguarda i master Unife conferma il suo grado di attrattività e la qualità della sua offerta formativa post laurea. Tra le/gli intervistate/i, 286 diplomati di master nel 2020 di cui 154 di primo livello e 132 di secondo livello, il 17% ha conseguito la laurea a Ferrara, contro il 33,2% della media nazionale, mentre l’80,8% in un altro ateneo italiano, scegliendo Unife per la sua formazione post laurea.
Tra le motivazioni per iscriversi ai master Unife, la possibilità di acquisire competenze professionali è considerata importante dal 95,6% dei diplomati di master contro l’89,2% della media nazionale, mentre il 70,5% dei diplomati ha dichiarato di essersi iscritto per approfondire i propri interessi culturali (67,2% la quota complessiva). Le prospettive di diretto inserimento nel mondo del lavoro hanno spinto il 43,5% degli intervistati a iscriversi al corso di master.
Le esperienze di lavoro durante il master hanno riguardato il 94,1% dei diplomati. I diplomati che hanno svolto attività lavorative continuative e a tempo pieno per più della metà della durata del master (lavoratori-studenti) sono il 79% rispetto al 53,9% nazionale.
L’83,4% dei diplomati di master ha svolto uno stage o un project work durante la frequenza del corso, percentuale superiore al dato complessivo del 64,4%. In particolare, lo stage ha riguardato il 42,1% dei diplomati, quota che si attesta al 44,3% tra i diplomati di primo livello e al 39,7% tra quelli di secondo livello.
Lo stage è stato giudicato coerente con il progetto formativo nel 71,9% dei casi, percentuale nettamente superiore rispetto al dato nazionale del 58,5%. Nel corso dello stage, l’inserimento presso l’ente o azienda è stato valutato decisamente adeguato per il 64,9% dei diplomati di master (58,5% la media italiana).
Si iscriverebbero nuovamente allo stesso corso di master e presso lo stesso Ateneo l’80,1% dei diplomati. Distinguendo per tipo di master, confermerebbe sia la scelta del corso sia quella dell’ateneo l’80,7% dei diplomati di primo livello e il 79,4% di quelli di secondo livello.
Il 66,8% esprime un giudizio decisamente positivo per gli argomenti trattati nel corso, reputati interessanti e il 55,7% li ritiene utili per il proprio futuro professionale. Il 62% valuta decisamente adeguata la preparazione dei docenti. Inoltre, il 43,2% dei diplomati ritiene che il master faciliterà l’inserimento nel mondo del lavoro o favorirà un miglioramento della situazione professionale e il 35,4% ritiene che il master abbia fornito contatti utili per il futuro professionale. Il costo del master è stato ritenuto adeguato dal 75,6% dei diplomati di master .
La condizione occupazionale dei diplomati di master
I dati, che analizzano le performance di 307 diplomati di master del 2019 di Unife a un anno dal conseguimento del titolo, di cui 145 di primo livello e 162 di secondo livello, sono superiori alla media per quanto riguarda il tasso di occupazione del 94,2% rispetto all’86,9% della media italiana. Tra i diplomati di primo livello il 90,6% risulta occupato (84,4% il totale), mentre tra quelli di secondo livello ha trovato un lavoro a un anno dal titolo il 96,7% contro il 90% nazionale.
Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze lavoro ovvero su quanti sono inseriti nel mercato del lavoro, è pari al 2%, percentuale nettamente inferiore al totale del 7,2%.
Il 70,1% degli occupati (73,6% tra i diplomati di master di primo livello e 67,6% tra quelli di secondo livello) prosegue l’attività intrapresa prima del conseguimento del master, con una media del 67,7%). Tra questi il 62,9% ha notato un miglioramento nel proprio lavoro grazie al conseguimento del master (56,4% tra i diplomati di primo livello e 68,0% tra quelli di secondo livello) e per il 75% miglioramento riguarda soprattutto le competenze professionali (81,8% tra i diplomati di primo livello e 70,6% tra quelli di secondo livello).
Tra chi ha iniziato l’attuale attività lavorativa dopo il conseguimento del titolo il 57,9% ritiene che il master abbia avuto un ruolo per trovare lavoro (42,9% per i diplomati di primo livello e 66,7% per quelli di secondo livello).
Tra gli occupati, il 56,7% ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato (54,4% per i diplomati di primo livello e 58,3% tra quelli di secondo livello).
Dove vanno a lavorare? Il 53,9% dei diplomati di master è occupato nel settore pubblico rispetto al 41,4% nazionale, il 39% in quello privato (54,1% il totale), il 7,1% è occupato nel settore non profit. Il settore dei servizi assorbe l’83,7% dei diplomati di master in linea con la media dell’87,8%, mentre l’industria accoglie il 14,9% degli occupati contro il dato complessivo dell’11,1%.
“Gli ottimi risultati evidenziati dall’indagine Almalaurea, rappresentano per noi un motivo di orgoglio - afferma il Professor Giovanni Masino, Prorettore delegato al post laurea e ai Percorsi di Inserimento Lavorativo - un riconoscimento alla qualità della didattica e dei nostri corsi, a dimostrazione di come Unife ponga l’alta formazione al centro della ripresa economica e sociale. Ben l’80,8% dei nostri diplomati di master proviene da un altro ateneo italiano e ha scelto Unife per la sua formazione post laurea, manifestazione di come la nostra offerta formativa attragga talenti provenienti da altre Università italiane. Davvero significativo il tasso di occupazione dei nostri diplomati, 94,2%, più alto della media italiana dell’86,9%, e tra questi più della metà, il 56,7%, ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ulteriore aspetto da sottolineare, la possibilità offerta dai nostri corsi di svolgere esperienze applicative, stage e project work. Sono ben l’83,4% dei nostri diplomati ad averli svolti durante la frequenza del corso, percentuale nettamente superiore al dato nazionale del 64,4%”.