Sub-progetto 3: Acque e territorio.
La sperimentazione ha evidenziato che in tutti quattro i terreni i processi batterici hanno rapidamente trasformato l’urea in nitrato, in un tempo variabile da meno di 10 giorni, nel terreno argilloso a circa due mesi in quello sabbioso, con un conseguente elevato rischio di percolazione del nitrato così prodotto.
La vulnerabilità al nitrato non è risultata solamente dipendente dalla permeabilità del terreno, (vulnerabilità intrinseca) ma, anzi, da un insieme di fattori al contorno tra cui la velocità di ossidazione batterica dell’ammoniaca a nitrato, ione più mobile e più facilmente dilavabile, l’intensità dalla denitrificazione, legata alla disponibilità di sostanza organica, e l’andamento della piovosità nel periodo autunno-invernale.
Le prove di verifica delle rese agronomiche ai tre livelli di fertilizzazione hanno evidenziato una certa eterogeneità la cui replicazione ed analisi è in corso.
I risultati fino ad ora raccolti indicano che per ottimizzare la somministrazione di azoto occorre conoscerne accuratamente la dotazione residua che è funzione di vari fattori, tra cui la precessione colturale, le caratteristiche del terreno e l’andamento della piovosità nel periodo autunno-invernale. Operativamente sono utilizzabili strumenti già esistenti, quali, per fare un esempio, la rete di stazioni di monitoraggio meteo-climatico. Inoltre e a tal fine, è fondamentale poter dare continuità alle attività in siti campione, strumentati ad hoc, in modo da arrivare ad una rete di punti di misura della quantità di azoto nei terreni, aspetto essenziale anche per l’ulteriore validazione dei modelli idrogeologici, già elaborati e calibrati nel corso di questa sperimentazione. Un monitoraggio mirato di tali termini e la trasmissione alle aziende di indicazioni operative, utilizzabili per la formulazione del piano della fertilizzazione, permetteranno di limitare le perdite di nitrato coniugando tale termine al mantenimento delle rese e al risparmio di fertilizzante.
Per quanto riguarda le prove agronomiche, oltre alla ripetizione di quelle riguardanti frumento e mais, può essere interessante attivare una ricerca applicata alla formulazione di matrici organiche da sottoprodotti di scarto, da utilizzare come fertilizzante azotato a lenta cessione. Infatti, come evidenziato nel terreno sabbioso, l’impiego di fertilizzante organico, oltre all’aumento delle rese, sembra rappresentare, proprio nel terreno intrinsecamente più vulnerabile, un efficace aiuto per contenere il rischio di percolazione del nitrato verso le acque sotterranee, in quanto ne favorisce la rimozione degli eccessi per denitrificazione.
Sono in corso di definizione e programmazione le prove agronomiche per l’anno 2010. I risultati che verranno ottenuti nell’ambito di questo Sub-progetto rappresentano il punto di partenza per la realizzazione delle attività del progetto europeo EU-WATER (vedi sopra).
I dati ottenuti sono stati oggetto di un Convegno dedicato (circa 200 partecipanti):
LA DIRETTIVA NITRATI: RICERCA & APPLICAZIONE NELLA PROVINCIA DI FERRARA
6 Marzo 2009 Sala Rotonda del Centro Operativo Ortofrutticolo - Via Bologna 534 -Ferrara