CHI AMA BRUCIA, Sabato 7 marzo 2020, ore 21
CHI AMA BRUCIA
Discorsi ai limiti della Frontiera
di e con Alice Conti testo Chiara Zingariello
drammaturgia Alice Conti e Chiara Zingariello
disegno luce, audio, scene Alice Colla
costumi Eleonora Duse
assistenza produzione Valeria Zecchinato
CHI AMA BRUCIA è uno spettacolo sui ‘campi di accoglienza’ per migranti stranieri, tratto dalle interviste originali a lavoratori ed ex-reclusi di un C.I.E. italiano (Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri ora C.P.R. Centro di Permanenza per il Rimpatrio).
“Nel 2012 ho condotto una ricerca antropologica sul Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri di Torino – C.I.E. – i cui risultati sono stati pubblicati nella mia tesi di laurea specialistica. Da tempo mi affascina l'idea che la ricerca scientifica debba trovare il modo di comunicare, di rivolgersi a un vero pubblico. Inoltre penso che il teatro debba nutrirsi di ciò che realmente accade nel mondo, della contemporaneità, e abbia il dovere di illuminarne gli angoli scuri. Allo stesso tempo mi sembra che il teatro (che intendo come ricerca sull'umanità), abbia bisogno e debba avvicinarsi il più possibile a una scienza, al suo tentativo metodologico di onestà ed esattezza, o perlomeno debba tentare di dire delle cose ‘vere’. Da questa consonanza e dalla necessità di dare corpo a un materiale che sento il dovere di rendere pubblico nasce il progetto di spettacolo: un monologo-intervista a diversi personaggi tra cui la Crocerossina, la Garante e l'Ospite/gli esuli – che ho realmente incontrato e intervistato durante la ricerca. Il loro discorso si sviluppa intorno al C.I.E. che nella trasposizione teatrale chiameremo Campo.” (Alice Conti)
CHI AMA BRUCIA è stato definito dal pubblico: “feroce e divertentissimo”; “uno scossone al cuore e uno alla coscienza”; “crudo, reale, doloroso, molto intenso”. E dalla critica: “in scena una Mattatrice, ipnotica nelle modulazioni della voce e impegnata in un movimento continuo di follia indotta”; “drammaturgia calibrata, surreale e acuminata”; “uno spettacolo sulla disumanizzazione programmata – ma dis-organizzata – e sulla vanità dei buoni sentimenti realizzato con un linguaggio anti-retorico, e anti-narrativo, grottesco e quasi espressionista, indubbiamente efficace”.
Selezione Premio Dante Cappelletti 2013, vincitore Anteprima, vincitore Festival Direction Under30 e vincitore Premio Giovani Realtà del Teatro - giuria giornalisti 2014, vincitore Festival 20 30 2015, vincitore Teatro delle Differenze 2015, selezione INBOX 2017, 3° Premio Sonia Bonacina 2017, finalista Premio Cervi - Festival di Resistenza 2018.
Lo spettacolo ha ottenuto nel 2015 il patrocinio di Amnesty International.