Al via la seconda edizione di un laboratorio teatrale indirizzato a caregivers, anziani e operatori dei servizi
Dopo il successo dell’esperienza teatrale del 2015, diretta da Michalis Traitsis e culminata con la discussione pubblica e la proiezione del video documentario di Marco Valentini, ”Storie in bilico” all’interno del Caregiver Day “Cura la mano e la Parola”, viene proposto tra maggio e giugno un secondo percorso di laboratorio teatrale indirizzato a caregivers, anziani e operatori del servizio, finalizzato a fornire un luogo, fisico ed emotivo, all'interno del quale poter esprimere sensazioni, emozioni e pensieri legati al lavoro di cura, sia dal punto di vista del curante che del curato.
ASP – Settore Anziani si dedica a persone anziane che si trovano in difficoltà per la gestione della vita quotidiana e non hanno la possibilità di ricevere aiuto dai propri famigliari; fornisce sostegno alle famiglie che non sono in grado di assistere un loro famigliare anziano non autosufficiente o parzialmente non autosufficiente; si preoccupa di sostenere la famiglia nel difficile compito di caregiving.
L'impegno di Asp è dunque particolarmente diretto al sostegno alla domiciliarità, fornendo strumenti, non solo di tipo assistenziale e sanitario, al caregiver che si deve occupare di un proprio parente anziano obbligato a domicilio perché in condizione di fragilità e/o affetto da una o più patologie.
Tra il 2013 e il 2014 è stato così progettato un primo corso di informazione “Cura: la mano e la parola” con l’obiettivo di dare indicazioni, sviluppare competenze, favorire il confronto con specialisti e altri caregivers, fornire supporto emotivo.
Il rinnovo del progetto di intervento teatrale 2016, oltre a rafforzare la partecipazione del Centro Teatro Universitario con ASP e Balamòs teatro, consolida il ruolo dell’Ateneo e dello stesso CTU in campo formativo e sociale nella direzione della sempre più ampia collaborazione con diversi soggetti del territorio.
Anche quest’anno il laboratorio è diretto da Michalis Traitsis, con l’impegno di creare un ulteriore legame tra processi di cura e processi creativi, offrendo rinnovate possibilità alle “best pratices” negli ambiti delle affinità tra “performing arts” e “medical humanities”.