L'Arco di Traiano a Benevento - Le iscrizioni parietali e il Foro Imperiale a Pompei
La mostra organizzata con la Soprintendenza archeologica di Avellino Salerno e Benevento (dott.sa Bisogno) e con la Soprintedenza di Pompei (dott. Guzzo e dott. Varrone) ha visto anche il contributo dell’ISTI-CNR di Pisa (dott. Scopigno). Sviluppata sulle tematiche delle indagini e dei rilievi dei grandi monumenti archeologici realizzati aveva due ambiti di sviluppo tematico: l’Arco di Traiano a Benevento, e Pompei (il rilievo del Foro e la parete del lupanare per l’analisi dei graffiti). L’allestimento era stato progettato utilizzanto cassette di recupero che dovevano rendere l’effetto degli archivi del cantiere di scavo. Prototipi solidi in stampa 3D, proiezioni, filmati e postazioni multimediali sviluppavano la comunicazione della ricerca realizzata.
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All’interno della mostra è stata realizzata la copia in scala 1:1 di una porzione di oltre 3 metri quadrati di una parete della prima cella del lupanare di Pompei acquisita morfometricamente con uno scanner a triangolazione ottica. La prima immagine mostra il quadro delle scansioni e come il modello 3D sia poi servito (vedi immagini a seguire) per realizzare la centinatura in legno di sostegno delle formelle prototipate seguendo l’esatta conformazione della parete nel suo stato conservativo (fessure, sganciamenti, ecc.). Durante la mostra, in un momento di incontro e di post-convegno, una restauratrice ha ripassato i graffitti con colori diversi (ultima immagine) seguendo le indicazioni tematiche e critiche del dott. Varrone della Soprintendenza di Pompei. Questa parete è molto importante perché su di essa convergono un amplissimo numero di graffitti stratificati nel tempo. Con l’ISTI CNR di Pisa, inoltre, è stato possibile sviluppare un’indagine del modello 3D, ottimizzato nella sua registrazione tramite il software proprietario del CNR, volto ad identificare i profili di incisione, la nettezza dei tratti, l’identificazione degli elementi, ecc. Il maggior successo si è ottenuto quando il dott. Varrone, durante le fasi di guida e di controllo del lavoro della restauratrice, è riuscito ad identificare nella copia prototipata un graffitto che dal vero non era mai riuscito ha riconoscere. |