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ALTRE LETTURE
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Non è lavoro, è sfruttamento, di Marta Fana, Laterza, 2019
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Giovani e meno giovani costretti a lavorare gratis, uomini e donne assuefatti alla logica della promessa di un lavoro pagato domani, lavoratori a 3 euro l’ora nel pubblico e nel privato: questa è la modernità che paga a cottimo.
"In Italia il canto costante è che il lavoro ‘non c’è’: però è lo stesso paese dove si chiede di lavorare gratis o senza tutele. Il tutto con spaventevoli ricadute culturali sul lavoro come merce degradata, una svalutazione umana e professionale che riguarda tutti. Marta Fana ci racconta non solo i numeri del lavoro, già deprimenti, ma la sua perdita di qualità. Non è un libro per economisti, questo combattivo pamphlet di Marta Fana, ma un libro per lavoratori" - Alessandro Robecchi, il Fatto Quotidiano
Sottoccupazione da un lato e ritmi di lavoro mortali dall’altro. Diritti negati dentro e fuori le aziende per quanti non vogliono cedere al ricatto. Storie di ordinario sfruttamento, legalizzato da vent’anni di flessibilizzazione del mercato del lavoro. Malgrado la retorica della flessibilità espansiva e del merito come ingredienti indispensabili alla crescita sia stata smentita dai fatti, il potere politico ha avallato le richieste delle imprese. Il risultato è stato una cornice legislativa e istituzionale che ha prodotto uno sfaldamento del mondo del lavoro: facchini, commesse, lavoratori dei call center, addetti alle pulizie in appalto procedono in ordine sparso, non sentono più di appartenere alla medesima comunità di destino. Dicevano: meno diritti, più crescita. Abbiamo solo meno diritti.
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Basta salari da fame! di Marta Fana e Simone Fana, Laterza, 2022
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Ormai il mercato del lavoro è una giungla con una sola certezza: stipendi bassi e precari. Paghe da fame per un lavoro povero. E se fosse proprio questo il problema che impedisce alla nostra economia di crescere? E se ricominciassimo a parlare di lotta salariale?
«Tutto il discorso di "Basta salari da fame! è condotto non da una prospettiva esterna e al più solidale, ma interna e partecipe: gli autori sono parte di quella classe che esortano, esortando perciò anche sé stessi, a farsi carico della questione salariale» – Luca Casarotti
«Un libro militante» – Roberto Mania, Robinson
Ci è stato detto che bisognava rendere il mercato del lavoro più flessibile e abbassare i salari per aumentare la competitività delle aziende e saremmo stati tutti più ricchi: l’abbiamo fatto ma siamo solo più poveri e ricattabili.
Quelli che hanno salari orari di tre, quattro, sei euro lordi l'ora. Quelli costretti al lavoro gratuito o a un tirocinio a 400 euro al mese. Quelli sotto inquadrati e i troppi costretti a un part time involontario, spesso fittizio. Ormai il mercato del lavoro è una giungla con una sola certezza: stipendi bassi e precari. Paghe da fame per un lavoro povero. E se fosse proprio questo il problema che impedisce alla nostra economia di crescere? E se ricominciassimo a parlare di lotta salariale? È sull'impoverimento dei lavoratori, infatti, che molte imprese continuano ad accumulare profitti agitando di volta in volta il nemico esterno più utile alla propria retorica: gli immigrati, le delocalizzazioni, la tecnologia. Una narrazione che nasconde un interesse politico, diretto a garantire l'alto contro il basso della società, i profitti dei pochi contro i salari dei molti. Ma la consapevolezza che le crescenti disuguaglianze originano dai salari e dalle retribuzioni è tornata con forza nel dibattito pubblico e alimenta le lotte dei movimenti sociali a livello globale.
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Labour market policy in Italy’s recovery and resilience plan. Same old or a new departure? Arianna Tassinari (2022)
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Dall’URSS alla Russia di Putin
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A partire dal 9 novembre, per offrire una panoramica quanto più possibile completa sugli aspetti economici, istituzionali e politici della Russia negli ultimi 40 anni, la Scuola Superiore Sant’Anna ospita il ciclo di 4 seminari “Dall’URSS alla Russia di Putin”. L’iniziativa, attuata grazie ad Andrea Roventini, docente di Economia Politica dell’istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna, vede la partecipazione di Nicola Melloni, visiting researcher del medesimo istituto
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Test Invalsi e studenti “fragili”
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Awminario Improving expertise in the field of industrial relations Industrial Relations for Smart-Workers in Smart Cities (IRsmart) (30 nov 2022)
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Umberto Romagnoli, il «prof» amico del sindacato
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E' morto Umberto Romagnoli, il giuslavorista delle lotte a difesa dei lavoratori. Il sindaco: "Maestro indimenticabile"
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È morto a 87 anni Umberto Romagnoli, maestro della scuola giuslavorista bolognese, un gigante del Diritto del lavoro, studioso sempre al fianco delle lotte operaie e del movimento sindacale. Professore ordinario di diritto del lavoro, dal 1978 al 1984 è stato preside dell'allora Facoltà di Scienze politiche dell'Alma Mater. Ha contribuito allo Statuto dei lavoratori scritto nel 1972 insieme a Giorgio Ghezzi, Federico Mancini e Luigi Montuschi: un testo che ancora oggi rappresenta una lettura imprescindibile per ogni studioso.
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Umberto Romagnoli su Inchiesta online
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Nel 1970 diviene professore ordinario di Diritto del lavoro. Dal 1978 al 1984 è preside della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna dove rimane professore fino all'anno accademico 2008-09. Nel corso della propria carriera ha svolto un’ininterrotta attività di studi e ricerche sul diritto positivo, approfondendo particolarmente la storia della cultura giuridica del lavoro. Dal 1985 è condirettore della «Rivista trimestrale diritto e procedura civile». Nel 1987 ha fondato la rivista «Lavoro e diritto». Tra il 1996 e il 2006, alcune Università straniere, tra cui Castilla La Mancha, Buenos Aires e la Cattolica del Perù, gli hanno conferito la laurea Honoris Causa. Tra le sue opere: Il rapporto di lavoro (con Giorgio Ghezzi,Zanichelli, 1995); Il diritto sindacale (con Giorgio Ghezzi, Zanichelli, 1997); Il lavoro in Italia. Un giurista racconta (Il Mulino, 2001); Giuristi del lavoro. Percorsi italiani di politica del diritto (Donzelli, 2009).
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"Ragionevoli utopie". Cultura giuridica del lavoro e cittadinanza sociale - Intervista a Umberto Romagnoli
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Umberto Romagnoli (1935-2022), di Alessandro Somma
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Umberto Romagnoli (1935-2022), di Alessandro Somma
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Umberto Romagnoli (1935-2022)
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Andrea Roventini: «Sul salario minimo Meloni fa gli interessi delle imprese» – Roberto Ciccarelli, 02.07.2023
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Intervista Parla Andrea Roventini, economista al Sant’Anna di Pisa: «Il No del governo al
salario minimo è un altro modo di proteggere i profitti in questo periodo di inflazione. Le
aziende paghino di più i lavoratori se non li trovano. Basta incentivi ai privati. Le risorse
pubbliche a transizione ecologica, sanità e scuola»