Oggetto, scopi, metodo del corso
Per comprendere appieno il sistema della giustizia penale è indispensabile rivolgere attenzione alla fase esecutiva, che si apre con la fine del processo di cognizione. Per lungo tempo considerato marginale, il momento esecutivo assume oggi un rilievo cruciale e rappresenta una prospettiva privilegiata da cui osservare il fenomeno dell’accertamento penale nel suo complesso. I modi del punire, le alternative alla detenzione, i benefici penitenziari sono al centro di un vivace dibattito che non coinvolge soltanto i tecnici della materia, ma avvince vasti settori dell’opinione pubblica, data la delicatezza dei valori in gioco: retribuzione e prevenzione, neutralizzazione o recupero del reo, rigore e premialità, inderogabilità o flessibilità della pena.
La fiducia, o la sfiducia, nel sistema penale si gioca oggi, in larga parte, sulle vicende della fase esecutiva, dove la sanzione comminata in sentenza deve trovare applicazione. Non a caso, il segmento finale del percorso repressivo ha assunto una fisionomia sempre più complessa, tratteggiata da una normativa tortuosa, articolata e non di rado promulgata sull’onda dell’emergenza.
La materia, in continua evoluzione e spesso al centro di feroci polemiche, verrà trattata con l’indispensabile approccio tecnico, allo scopo di fornire ai frequentanti strumenti di comprensione e di autonoma valutazione delle questioni che agitano il dibattito pubblico.
Il corso sarà intervallato da esercitazioni pratiche e analisi di casi concreti, che consentano agli studenti di misurarsi con le nozioni apprese. In quest'ottica, un'attenzione costante verrà prestata alle questioni emerse nel panorama giurisprudenziale. Sono inoltre in programma incontri con operatori del settore e visite in stabilimenti penitenziari, che permettano di cogliere la "questione della pena" nei suoi aspetti più tangibili e vitali.
Diritto dell'esecuzione penale è fra le materie promotrici del Laboratorio interdisciplinare di studi sulla mafia e le altre forme di criminalità organizzata (MaCrO). Anche nell'a.a. 2011-2012 verrà dedicata particolare attenzione alla disciplina penitenziaria dettata per i reati di criminalità organizzata. Durante il corso sono previsti seminari, tavole rotonde, giornate di approfondimento e percorsi comuni dedicati al tema.
Consulta la relativa sezione per ulteriori informazioni.
Contenuti dettagliati del corso (argomenti trattati nelle singole lezioni)
Sezione I: Nozioni introduttive.
Le funzioni della pena – I principi costituzionali. In particolare: il finalismo rieducativo della pena – La fase esecutiva e la sua progressiva giurisdizionalizzazione.
Sezione II: Il titolo esecutivo.
I provvedimenti eseguibili – La forza esecutiva – Il titolo esecutivo – Il ruolo del pubblico ministero nella fase esecutiva e le sue principali funzioni. In particolare: l’ordine di esecuzione, il decreto di computo, il provvedimento di cumulo – Il giudice dell’esecuzione: criteri di determinazione della competenza e funzioni. In particolare: le questioni sul titolo esecutivo, la rideterminazione della pena in caso di concorso formale e reato continuato, la soluzione dei conflitti pratici tra giudicati, il dubbio sull’identità del detenuto – Il ruolo e gli spazi di intervento del difensore – Il procedimento di esecuzione – Processo iniquo e intangibilità del giudicato: l’incidenza delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla fase esecutiva.
Sezione III: La concreta esecuzione della pena.
La magistratura di sorveglianza: ruolo, competenza e principali funzioni del tribunale di sorveglianza e del magistrato di sorveglianza – Il procedimento di sorveglianza – Organi e funzioni dell’amministrazione penitenziaria – Le misure alternative alla detenzione nel sistema dell’esecuzione penale – L’affidamento in prova al servizio sociale – L’affidamento in prova e la sospensione dell'esecuzione per i tossicodipendenti – Le diverse tipologie di detenzione domiciliare – La semilibertà – La procedura per l'accesso alle misure alternative "senza assaggio di carcere" – La liberazione condizionale – La liberazione anticipata – I permessi premio e di necessità.
Sezione IV: Il diritto penitenziario come strumento di contrasto alla criminalità organizzata.
Il trattamento di rigore: dal regime di sorveglianza particolare alla sospensione delle normali regole di trattamento - La pericolosità "interna" ed "esterna" del detenuto - Emergenza mafia e reazioni normative: le modifiche alla legge di ordinamento penitenziario come strumento di lotta alla criminalità organizzata - L'art. 41 bis e la sua evoluzione alla luce delle tappe del contrasto alla criminalità organizzata – Il carcere duro alla prova della giurisprudenza costituzionale ed europea - Limiti all'accesso ai benefici penitenziari per reati di particolare gravità: la disciplina derogatoria delineata dall'art. 4 bis – I reati considerati dal “diritto penitenziario speciale” – Le limitazioni al conseguimento dei benefici – Le condizioni per il superamento del regime restrittivo: la collaborazione con la giustizia – L’inasprimento del regime intramurario – La figura del “pentito” e i privilegi discendenti dalla collaborazione "qualificata".
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Sono indicati nella sezione Materiale didattico.
Assegnazione delle tesi di laurea
Le modalità e i criteri di assegnazione delle tesi di laurea sono indicati nella sezione Tesi di laurea.