Giornata mondiale della Tartarughe | La ricerca Unife tra Brasile e Ferrara
Scienza, cultura e ricerca
Dall’8 al 16 giugno si celebra in tutto il mondo la settimana della tartaruga marina, istituita dalla fondazione See Turtle e sostenuta da decine di altre fondazioni con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli che minacciano questi animali acquatici.
A parlarci dell’importanza della ricerca scientifica e dell’impegno dell’Università di Ferrara in questo campo è la dottoressa Sibelle Vilaça, ricercatrice del laboratorio del professor Giorgio Bertorelle del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife e vincitrice della borsa di studio europea Marie Skłodowska-Curie nel nostro Ateneo.
La dottoressa Sibelle Torres Vilaça studia le tartarughe marine a Unife
Sibelle, come mai hai deciso di dedicarti a questo ambito della Biologia?
Le tartarughe marine sono animali fantastici: nuotano nei nostri oceani da più di 100 milioni di anni. Oggi, purtroppo, sei delle sette specie rischiano di estinguersi soprattutto a causa della pesca accidentale, del commercio illegale, del bracconaggio delle uova, e dei cambiamenti climatici. La "casa" delle tartarughe è il mondo intero. Pensa che alcuni esemplari nidificano in Africa e poi arrivano fino al Brasile (il mio Paese d'origine) per mangiare. Durante questi viaggi, alcune tartarughe del Mediterraneo raggiungono anche la zona del ferrarese. Ed ecco il motivo per cui mi trovo qui.
Unife ti ha dato la possibilità di coltivare la tua passione?
Esatto. A Unife mi sono dottorata nel 2013, nell'ambito della Biologia Evoluzionistica e Ambientale. Dopo un periodo in Germania, e una parentesi canadese, sono tornata qui perché ho avuto l'occasione di tornare nel laboratorio del professor Giorgio Bertorelle e studiare come proteggere le tartarughe marine. In particolare, il progetto che seguo, finanziato dal programma europeo Marie Skłodowska-Curie, si occupa di un rischio molto concreto per questa specie: l’ibridazione.
Cos'è l'ibridazione? E perché è un rischio per le specie animali?
L'ibridazione è quel fenomeno per cui due specie diverse riescono a incrociarsi dando vita ad esemplari ibridi poco fertili o sterili. Le conseguenze negative ricadono sia sull’esistenza delle due specie come entità distinte sia nei termini di perdita di adattamenti specifici.
In che termini l'ibridazione interessa le tartarughe marine?
Ciò accade in particolare nelle coste dello stato di Bahia in Brasile, dove si ritrovano uova prodotte da incroci tra la tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata) e la tartaruga comune (Caretta caretta). Il fenomeno è sorprendente da un punto di vista evolutivo, poiché le due specie sono separate da oltre 30 milioni di anni. Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma probabilmente sono legate alla riduzione demografica e alla difficoltà di trovare partner della specie corretta.
Arriviamo a Unife. Ci parli della ricerca che stai seguendo?
Qui a Ferrara stiamo studiando come ricostruire la dinamica del processo di ibridazione, cercando ad esempio di stabilire quanto tempo fa è iniziato, attraverso lo studio dei genomi completi delle due specie e degli individui ibridi. Inoltre proveremo a identificare i geni che potrebbero causare l’incompatibilità tra genomi separati da così tanto tempo e la riduzione della sopravvivenza degli ibridi.
Studierete anche le tartarughe che vivono nel nostro mare?
Sì, grazie alla collaborazione con la Onlus Fondazione Cetacea di Riccione e alle conoscenze acquisite studiando i genomi degli animali campionati in Brasile, il progetto si estenderà anche all’analisi genomica di alcuni individui di tartaruga comune che nuotano nel mar Mediterraneo.
Liberazione di una tartaruga marina adulta curata dalla Fondazione Cetacea
Intervista a cura di CHIARA FAZIO