Musica | Intervista ai Dellai, dai banchi di Architettura di Unife a Sanremo 2021
Persone
Tra le nuove proposte in gara nell'ultima edizione del Festival di Sanremo, hanno fatto il loro esordio anche i Dellai, duo composto dai gemelli Matteo e Luca. I ragazzi, classe '96, sono studenti universitari, e Matteo frequenta Architettura all'Università di Ferrara.
Abbiamo chiesto a Matteo di raccontarci i retroscena della sua esperienza sul palco dell'Ariston, per capire come l'università sia uno strumento importante anche nel gestire e dare forma a progetti di vita paralleli.
Ciao Matteo, cominciamo dalla passione per la musica: come è iniziata la vostra avventura?
È nata tanto tempo fa, eravamo piccoli: io ho iniziato a suonare la chitarra, e con me mio fratello. Non abbiamo più smesso. Abbiamo iniziato a scrivere i primi testi, prima Luca di me, e con noi è cresciuta anche la nostra passione.
Poi siamo andati all'Università, infatti fino ad ottobre dell’anno scorso ero a Ferrara e non avrei minimamente immaginato di essere a Sanremo 4 mesi più tardi!
Di cosa parlano le vostre canzoni? E cosa vorreste lasciare in chi vi ascolta?
Comunicare è il cuore del nostro progetto: vorremmo lasciare qualcosa alle persone che ci ascoltano, e ogni canzone in particolare lascia qualcosa di diverso. La prima canzone “Non passano gli aerei”, ad esempio, è stata scritta alla fine della prima quarantena, e voleva essere una canzone di rinascita.
"Io sono Luca”, quella di Sanremo, è una canzone completamente diversa: tenta di far pensare ad altro rispetto ai problemi di ognuno specialmente in questo periodo che stiamo vivendo. Vuole trasmettere spensieratezza e felicità anche nei giorni più bui.
Cosa vi ha lasciato la partecipazione al Festival di Sanremo?
Tanta insonnia! No dai, a parte gli scherzi, ci ha lasciato tante emozioni. Sicuramente tanta voglia di fare musica. Prima di Sanremo riguardo la musica non c'era molto, il progetto Dellai era nuovo, nato da poco, circa un anno fa. Avevo paura finisse tutto in quel momento.
Diversamente, il palco dell’Ariston mi ha dato la certezza che quello che voglio fare nella vita è cantare. Stare sul palco. Esprimere quello che penso e che provo alle persone.
E, in parallelo, c'è la vita universitaria... cosa ci dici della tua esperienza ferrarese? Continuerai gli studi?
Ferrara mi ha accolto a braccia aperte, con i compagni mi sono sempre trovato benissimo e poi è bella perché è una città piccolina, a misura d'uomo, e mi sono sempre sentito a mio agio. Avevo il supermercato vicino casa, si andava sempre negli stessi posti...insomma era come stare nella tua casa di sempre. A dire la verità, tutto questo adesso mi manca perché non abito più lì da ottobre.
Sì, continuerò assolutamente! Ormai sono all’ultimo anno, ho qualche esamino indietro, e poi al quinto anno della Facoltà c’è la tesi e un altro esame che ho dato mentre facevamo le riprese per il video di “Io sono Luca”, girato per giunta a Ferrara, ed è stato come tornare a casa.
Che cosa ti ha trasmesso l’Università?
L'Università mi ha portato ad essere ligio e ordinato. Io sono una persona molto disordinata e l'Università mi ha fatto questo dono, mi ha insegnato a mettere un po' in ordine le cose, non soltanto tra i fogli, ma anche nella testa, nelle cose di tutti i giorni e questo è un insegnamento che secondo me è molto molto importante.”
Ultima domanda: un consiglio ai giovani della tua età.
Partiamo dal punto che non mi sento all'altezza di dare consigli, non ho una storia alle spalle per la quale poterne dare, però una cosa me la sento di dire. Lasciare scorrere le cose. Anche io, quando un anno e mezzo fa mi sentivo “fuori posto all'Università” come dico anche nella canzone, non ho mollato. Non ho mollato perché sapevo dentro di me che comunque quella strada mi avrebbe portato da qualche parte. In ogni caso mi avrebbe aiutato. Ho continuato, ho stretto i pugni, i denti, andando avanti e alla fine sono arrivato a Sanremo che è tutto da un'altra parte rispetto alla Facoltà di Architettura. Questo consiglio è quello di andare sempre avanti, di non mollare anche se magari ciò che si sta facendo sembra essere sbagliato, magari pensarci e ripensarci mille volte piuttosto, ecco”.
A cura di GIULIA FERRETTO, tirocinante del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione di Unife