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Racconti dall’estero | Intervista a Pietro, studente Unife di Giurisprudenza a Strasburgo

02/08/2021

Persone

Terza puntata del nostro viaggio virtuale che ripercorre le esperienze di studio e di vita all’estero delle studentesse e degli studenti Unife in giro per il mondo

In questa tappa incontriamo Pietro Giacomelli, studente di Giurisprudenza che ha trascorso due anni a Strasburgo in Francia, con il Doppio Titolo.

 

Benvenuto Pietro. Raccontaci del percorso di studio che hai deciso di intraprendere.

Ciao! Sono uno studente Unife iscritto al quinto anno del corso di Laurea in Giurisprudenza. Fin dall'inizio avevo intenzione di integrare il mio percorso di studi con un'esperienza all'estero. Ho deciso di aderire al programma di doppio titolo, che mi ha permesso di trascorrere il secondo biennio presso l'Università di Strasburgo in Francia. Ho vissuto una bellissima esperienza della durata di 2 anni, che mi ha abituato a vivere in un ambiente internazionale

Come descriveresti il sistema universitario di Strasburgo?

Il metodo di insegnamento è molto diverso da quello a cui ero abituato in Italia. In particolare ho notato un approccio diverso alla materia, con più esami durante l'anno ma più brevi e tutti scritti. Inoltre, è molto rilevante partecipare durante le lezioni. Ovviamente la lingua straniera mi ha reso tutto un po' complicato ma al tempo stesso mi ha stimolato a imparare sempre di più.
Durante il mio secondo anno di permanenza, noi studenti a doppio titolo abbiamo frequentato una serie di corsi specifici che ci hanno distinto dal resto degli studenti, rendendo la nostra esperienza ancor più interessante e “su misura”.

Tu sei partito quando il Covid non era ancora arrivato; come hai vissuto questa situazione?

E’ cominciato tutto durante la fine dell'anno accademico. In Francia l'anno termina prima rispetto all'Italia, affinché gli studenti abbiano più tempo per prepararsi agli esami. 
Per quanto mi riguarda, la didattica online mi ha semplificato la vita, perché avevamo la possibilità di riguardare le lezioni e gestirle in autonomia. Dal punto di vista umano, ovviamente, ho un po’ sofferto per via delle limitazioni. Tuttavia, in quel periodo mi sono sentito privilegiato rispetto ai miei amici in Italia, perché, vivendo in una residenza universitaria, ho avuto sempre contatti con altri studenti. 
La situazione è stata gestita bene. Abbiamo avuto la possibilità di eseguire tamponi gratuiti fin dall'inizio e sono stati dati aiuti economici anche a noi studenti (per esempio è stato ridotto il costo della mensa universitaria). In generale, ho notato che il sistema universitario cerca di prendersi cura delle studentesse e degli studenti.

Per concludere, consiglieresti di fare un'esperienza simile?

Nonostante le difficoltà che si possono riscontrare, penso che siano esperienze molto positive. In realtà, accedere a questo tipo di percorsi è molto più facile di quello che può sembrare. Dal punto di vista economico è una spesa non più cara di quella che deve affrontare uno studente fuori sede in Italia. In più, si ha diritto alla borsa di studio
Sono esperienze che danno la possibilità di vivere da soli/e, con più responsabilità ma anche libertà, e che permettono di conoscere gente proveniente da tutto il mondo.

Intervista a cura di RICCARDO VISENTINI, tirocinante del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione di Unife.