Covid-19 | Le ricerche degli under-40 Unife sostenute dai fondi del 5x1000
Scienza, cultura e ricerca
Sono sei i progetti di ricerca sul Covid-19 realizzati da giovani ricercatrici e ricercatori dell’Ateneo e finanziati grazie ai fondi del 5x1000 destinati all’Università di Ferrara.
Sin dall’inizio della pandemia, la comunità scientifica della nostra Università ha messo in campo le proprie competenze per individuare terapie mirate, affinare la diagnosi e ottenere sistemi di prevenzione efficaci contro il coronavirus. Per garantire il massimo sostegno a una sfida tanto complessa e cruciale, Unife sta dedicando alla ricerca sul Covid-19 la seconda campagna di crowdfunding d'Ateneo, che si concluderà a fine maggio.
Ma insieme possiamo fare ancora di più. Con i proventi del 5x1000 infatti l’Università di Ferrara continua a sostenere la ricerca delle giovani ricercatrici e dei giovani ricercatori dell’Ateneo.
“Abbiamo scelto di destinare il bando 5x1000 degli anni scorsi al finanziamento di progetti di ricerca svolti da giovani ricercatrici e ricercatori del nostro Ateneo su tematiche legate al Covid-19 in varie sfaccettature. I fondi raccolti saranno interamente devoluti a sostenere le loro ricerche”, commenta Eleonora Luppi, Presidente del Consiglio della Ricerca e Delegata alle attività VQR.
I sei progetti finanziati con i proventi del 5x1000 sono stati selezionati dal Consiglio della Ricerca del nostro Ateneo. Di seguito una sentise di ciascuno.
Un test per valutare l'efficacia di nuovi composti antivirali
Nonostante la campagna vaccinale sia stata avviata in molti Paesi tra cui l’Italia, sviluppare delle strategie per proteggere le fasce più deboli della popolazione è ancora necessario. Alcune categorie di persone, infatti, non potranno ricevere il vaccino: si pensi ai pazienti oncologici o immunocompromessi. Per loro è importante che siano predisposti interventi terapeutici rapidamente applicabili alla pratica clinica.
A tal scopo, il gruppo del dottor Gabriele Varano, del Dipartimento di Medicina traslazionale e per la Romagna, sta mettendo a punto dei test cellulari per valutare in modo rapido e quantitativo l’attività antivirale di molecole sintetiche e/o composti bioattivi.
Focus sugli effetti del Covid-19 sul sitema cardiovascolare
Oggi sappiamo che il coronavirus può scatenare una risposta infiammatoria incontrollata con produzione di citochine e, di conseguenza, gravi danni a livello vascolare. Sappiamo anche che queste manifestazioni sono alla base di una peggiore risposta clinica. Tuttavia le caratteristiche del processo infiammatorio non sono ancora state del tutto chiarite.
L’obiettivo del progetto guidato dalla dottoressa Carolina Simioni del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie è acquisire maggiori informazioni sul processo che porta al danno vascolare e individuare possibili biomarcatori in grado di predire il decorso della malattia.
Covid-19 e anziani: cause della maggiore mortalità e possibilità di intervento
Gli anziani sono drammaticamente più a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19, e purtroppo il tasso di mortalità è decisamente più elevato.
Il progetto del dottor Salvatore Pacifico, del Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche, si propone di capire quali sono i fattori sociali e demografici associati all’elevata mortalità in questa fascia d’età e le ragioni biologiche dello scarso controllo immunologico dell'infe
zione da SARS-CoV-2. Parallelamente, il gruppo vuole identificare efficaci strategie di comunicazione per divulgare alla popolazione anziana e al personale sanitario le strategie preventive e le azioni comportamentali da adottare per contrastare il propagarsi dell’infezione.
Nanoparticelle d'oro per diagnosticare il Covid-19
La real-time PCR, la tecnica d’elezione per diagnosticare l’infezione da SARS-CoV-2, richiede personale specializzato, strumentazione dedicata, due giorni di lavorazione e costi elevati.
Il progetto
della dottoressa Anna Fantinati, del Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche, propone una tecnologia innovativa per rilevare il virus SARS-CoV-2, in maniera rapida, a basso costo e con risultati affidabili. La tecnologia si basa sull’elevata affinità chimica tra l’oro e gruppi di atomi che caratterizzano Spike, la proteina di superficie del virus SARS-CoV-2.
Servizi sanitari e risorse umane: qualità delle cure e criticità organizzative
Durante la pandemia i servizi di assistenza sanitaria sono stati sottoposti a un pesante sforzo che ne ha svelato e accentuato le criticità. Quasi paradossalmente, la pandemia può però costituire un’opportunità di rilancio e di riorganizzazione sul piano della governance e della riconsiderazione della sua forza lavoro, si pensi ad esempio ai finanziamenti del piano “Next Generation EU”.
Il progetto della dottoressa Stefania Buoso, del Dipartimento di Giurisprudenza, mira a ricostruire dal punto di vista giuridico il “diritto dell’emergenza”, per indagare la relazione esistente tra qualità del lavoro e delle cure rispetto al modello organizzativo di riferimento e al regime lavorativo.
Disturbi della coagulazione nel Covid-19 e impatto sociale
Gli scompensi coagulativi, come l’insorgenza di trombi e ischemie, sono una delle complicazioni più frequenti nei pazienti affetti da Covid-19. Sebbene l’associazione tra infezione di SARS-CoV2 e coagulopatie sia nota, ad oggi il meccanismo che causa l’alterazione della cascata coagulativa rimane ancora incompreso.
Il progetto guidato da Daria Bortolotti del Dipartimento di Scienze chimiche farmaceutiche si propone di identificare possibili meccanismi molecolari e target farmacologici per contrastare i fenomeni trombo-embolici.
Inoltre, verrà valutato l’impatto socio-economico che potrebbe derivare da una migliore gestione delle coagulopatie: dalle ricadute sui costi complessivi (terapeutici e di ospedalizzazione), agli effetti sulla società, connessi alla convivenza con l’infezione in attesa di una completa copertura vaccinale e alla gestione dell’ansia associata a vario livello alla pandemia.
Come destinare il 5x1000 a Unife
Sul modello della dichiarazione dei redditi, individua la sezione "Scelta per la destinazione del cinque per mille dell’IRPEF".
Nel riquadro "Finanziamento della ricerca scientifica e dell'Università" metti la tua firma e indica il nostro codice fiscale 80007370382.
A cura di CHIARA FAZIO