Sostenibilità | Unife in Sardegna scopre uno dei più importanti potenziali giacimenti di materie prime critiche d'Europa
Scienza, cultura e ricerca
L’Università di Ferrara scopre nella cava di Buddusò, in provincia di Sassari (Sardegna), uno dei più importanti potenziali giacimenti di materie prime critiche in Europa. È una delle prime ricadute del progetto REGS II “Recycling of granite scaps II” finanziato con fondi europei LIFE e del progetto di ricerca dal titolo “Waste treatment: reperimento di Critical Raw Materials dalle discariche di sfridi di rocce ornamentali granitoidi”, sostenuto dal programma di finanziamento nazionale PON REACT-EU e svolto nell’ambito del Dottorato in Architettura e Pianificazione Urbana dell’Università di Ferrara.
“Le materie critiche sono metalli e materiali di strategica importanza economica per l’Europa, caratterizzati da alto rischio di fornitura, la cui necessità è emersa in relazione alla rivoluzione tecnologico-industriale che stiamo attraversando, alla transizione energetica/ecologica e alla rivoluzione digitale, che durante il lockdown ha subito un’accelerazione.
Ogni anno l’elenco di queste materie viene aggiornato dalla UE in base all’avanzamento delle tecnologie.
L’Europa ha promosso un piano di reperimento delle materie critiche che passa attraverso la promozione della ricerca mineraria negli stati europei e attraverso interventi di recupero delle materie prime critiche dai rifiuti elettronici. Lo scopo è raggiungere l’indipendenza nelle forniture” illustra Carmela Vaccaro, Professoressa del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione di Unife e responsabile del progetto.
“Dalle prime analisi del nostro progetto è emerso che le discariche del distretto lapideo di Buddusò e della Gallura consentiranno all’Italia e all’Europa di superare le difficoltà di attuazione del Green Deal Europeo causate dalle limitazioni di reperimento dei metalli critici necessari per la transizione ecologica e digitale” aggiunge Elena Marrocchino, ricercatrice del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione di Unife e co-responsabile del progetto.
Le indagini condotte su questi graniti si inseriscono nel più ampio progetto europeo LIFE REGsII - cui l’Università di Ferrara partecipa insieme a: CNR-IGAG, azienda SGA Graniti di Giovanni Soro , azienda IGM Internazionale Graniti Masera S.p.A., Regione Sardegna e Comune di Buddusò - focalizzato sulla riqualificazione delle aree interessate da discarica con azioni utili a garantire i minerali fondenti per il comparto ceramico (feldspati).
“Le attività del progetto REGSII hanno messo in evidenza che gli scarti minerari nelle discariche di granito, utilizzate ai fini della fornitura delle materie prime fondenti per ceramici, poteva essere ottimizzata anche per ottenere altri elementi utili. Non essendo il focus del progetto LIFE, l’Università di Ferrara ha promosso il progetto del Dottor Antonello Aquilano, che sta affiancando il progetto LIFE con un dottorato mirato alle analisi delle potenzialità offerte dai minerali non feldspatici” precisa la Dottoressa Elena Marrocchino.
La stima delle potenzialità estrattive e la progettazione di un impianto di arricchimento per ottimizzare l’estrazione delle materie prime critiche dagli scarti di lavorazione del Granito sono affidate alla Professoressa Carmela Vaccaro e alla Dottoressa Elena Marrocchino del Dipartimento di Scienze dell’ambiente e della Prevenzione di Unife e alla Professoressa Rosalda Punturo dell’Università di Catania. Il progetto prevede anche lo sviluppo di soluzioni di valorizzazione paesaggistica delle discariche di granito, la cui supervisione è affidata a Luca Emanueli, Docente del Dipartimento di Architettura di Unife.
“I graniti di Buddusò sono composti per l’80%, 85% di quarzo e feldspati, materie utilizzate per il comparto ceramico e del vetro. Contengono anche elevate percentuali (fino al 15%) di allanite, un minerale magmatico raro che si caratterizza per essere ricco di terre rare (La, Ce, Pr, Sm e Nd → estendere) e interessanti quantità di Ferro, Tantalio e Niobio. Si distinguono da altri graniti per concentrazioni utili di Germanio e Gallio, elementi importanti per la produzione di componenti green come ad esempio pannelli solari” specifica il dottor Antonello Aquiliano, dottorando Unife che sta lavorando al progetto PON REACT-EU.
Per saperne di più
- I risultati dello studio sono presentati in questi giorni in fiera a Ferrara dove è in corso RemTech Expo (21 - 23 settembre), l’expo dedicato alle tecnologie ambientali specializzato sui temi del risanamento, della rigenerazione e dello sviluppo sostenibile dei territori.
- Sostenibilità | Unife in Sardegna per trasformare gli scarti del granito da inquinanti a risorsa
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A cura di CHIARA FAZIO