Depressione | Da ricerca con partecipazione Unife arriva lo strumento che ne determina il rischio
Scienza, cultura e ricerca
Si chiama Manto ed è il primo strumento disponibile a livello mondiale in grado di fornire una stima personalizzata del rischio di depressione. Un nome metaforico - nel mito greco Manto era la profetessa che creò il lago della città di Mantova con le sue lacrime - per uno strumento che potrebbe segnare una svolta in termini di identificazione precoce e prevenzione del “male oscuro”.
Manto è nato dalla collaborazione scientifica tra l’Università di Ferrara e gli Atenei di Bologna, New York e Stoccolma e consiste in un tool online utilizzabile in maniera gratuita e anonima dalla popolazione over-55, statisticamente più a rischio, capace di calcolare la probabilità di sviluppare depressione nei successivi due anni.
“È una grande soddisfazione poter mettere finalmente a disposizione il frutto di un lavoro che ci ha impegnati negli ultimi anni. A quanto ci risulta Manto è il primo modello al mondo di questo tipo che sia utilizzabile liberamente. Sono decenni che chiunque può stimare il rischio futuro di infarto, ma fino ad ora non erano disponibili strumenti simili per la salute mentale, che non è certo meno importante. Speriamo che Manto serva concretamente alle persone ed ai professionisti del settore, ai medici di Medicina generale o agli specialisti. Vorremmo anche richiamare l’attenzione sulla depressione, che va riconosciuta senza se e senza ma, perché si può curare a tutte le età” commentano gli autori.
Contro la depressione, identificazione precoce e prevenzione
“Secondo l’OMS, la depressione è la principale causa di disabilità nel mondo. Circa il 15% delle persone soffre di depressione almeno una volta nella propria vita: le conseguenze possono andare da una sofferenza transitoria fino alla perdita del lavoro e delle relazioni sociali, fino ad arrivare al suicidio. L’impatto della pandemia, l’isolamento, la crisi economica e l’innalzarsi dell’età media hanno fatto sì che la depressione stia diventando un problema economico e sociale estremamente diffuso, soprattutto nella seconda età adulta. Purtroppo la depressione spesso non viene riconosciuta o non riceve tempestivo trattamento. Questo dipende da diversi fattori, come la scarsità di informazione, lo stigma, o la scarsità di risorse dei servizi di salute mentale pubblici” commenta il Professor Martino Belvederi Murri del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione di Unife, primo autore dello studio.
“Un approccio innovativo potrebbe essere quello della identificazione precoce e della prevenzione. Tutti possono sviluppare depressione in circostanze difficili, ma alcune persone sono più a rischio di altre. I fattori di rischio per la depressione includono il genere femminile, i disturbi del sonno, il dolore e altri sintomi fisici o una precedente storia di depressione” continua il Professore.
“Manto quindi potrà avere importanti ricadute positive sia per le singole persone che utilizzeranno il sito, sia per le strategie sanitarie. La depressione in età avanzata ha infatti notevoli costi personali e sanitari. Lo strumento può anche essere utilizzato per individuare popolazioni a rischio a cui dedicare interventi mirati di salute pubblica“ conclude il Professor Belvederi Murri.
Fattori di rischio e dati di popolazione. L’algoritmo di Manto
Per la messa a punto di Manto, le ricercatrici e i ricercatori hanno utilizzato stime dalla letteratura scientifica e dati della popolazione europea, fino ad ottenere un modello statistico con una buona capacità discriminativa. Il punteggio di rischio è calcolato sulla base di elaborazioni dei dati ed algoritmi di intelligenza artificiale che partono dalle informazioni sui fattori di rischio.
Per utilizzare Manto è sufficiente che una persona vada sul sito https://manto.unife.it/ e risponda ad alcune domande, rigorosamente in forma anonima, sui sintomi di depressione e su alcuni altri aspetti della vita.
Non è obbligatorio compilarle tutte, ma più risposte vengono fornite più la stima sarà accurata. Al termine del breve questionario (al momento in italiano o in inglese) il sito produrrà una stima del punteggio di rischio individuale, espressa in percentuale. Il calcolatore deve essere utilizzato da adulti di età pari o superiore a 55 anni senza gravi problemi cognitivi.
Manto dice che sono ad alto rischio: cosa devo fare?
Se la “profezia” di Manto dovesse essere negativa, cioè se il punteggio di rischio fosse alto (es. > 60%), niente panico: si può agire in diversi modi. Si possono modificare diversi fattori di rischio per la depressione. Per esempio, si possono trattare i disturbi del sonno o i sintomi dolorosi, si può incrementare l’attività fisica, impegnarsi in attività piacevoli o stimolanti dal punto di vista intellettuale. Sono disponibili numerose altre cure ed azioni preventive, come strategie psicologiche, farmacologiche e comportamentali, da sole o in combinazione. Se pensi di essere già depresso ora, consulta il tuo operatore sanitario di fiducia.
Per saperne di più
Lo studio Risk Prediction Models for Depression in Community-Dwelling Older Adults è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Geriatric Psychiatry.
È frutto della collaborazione tra il Prof. Martino Belvederi Murri, del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara, l’Ing. Luca Cattelani, il Prof. Federico Chesani e l’Ing. Pierpaolo Palumbo dell’Università di Bologna, il Dr. Federico Triolo, del Karolinska Institutet di Stoccolma ed il Prof. George Alexopoulos della Cornell University di New York.
Lo studio è stato accolto con favore dalla comunità scientifica, ricevendo commenti positivi da parte di autorevoli figure come il Prof. Steffens della Università del Connecticut.
Sulla messa a punto di Manto, il Professor Martino Belvederi Murri è intervenuto nella puntata della Trasmissione Buongiorno Emilia Romagna del 17.11.2022, disponibile a questo link (minuto 21).
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A cura di CHIARA FAZIO