Sport e studio | Intervista Andrea Passini, campione di ginnastica artistica maschile e studente di Ingegneria Civile e Ambientale a Unife
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Andrea Passini, campione di ginnastica artistica maschile e studente di Ingegneria Civile e Ambientale a Unife, a soli 21 anni è capitano della squadra che ha appena raggiunto il traguardo storico del terzo posto nel Campionato Nazionale a squadre di serie A1.
Andrea racconta la sua esperienza di conciliazione tra lo sport a livello agonistico e il percorso di studi in Ingegneria. Ci rivela che la sua passione per la ginnastica, che coltiva fin dall’infanzia, non è un ostacolo ma, al contrario, lo ha aiutato ad ottenere ottimi risultati anche in ambito accademico.
Foto di Luigi Fardella
Caro Andrea, grazie di aver accettato il nostro invito. Partiamo dalla tua passione, per la ginnastica e per le materie scientifiche.
"Fin da piccolissimo amavo lanciarmi e volteggiare, senza però sapere dell’esistenza di uno sport che faceva al caso mio. Ho iniziato a sette anni ad allenarmi nei corsi del Palagym Palestra Ginnastica Ferrara per poi passare poco dopo, a quasi otto anni, nel gruppo della preagonistica. Da lì inizia il mio percorso ginnico, che nel 2018 mi ha portato al titolo di campione italiano Junior a sbarra, e ad entrare a far parte della squadra di serie A2 della società. Nel 2019 poi conseguito due titoli di vice-campione nazionale a sbarra e volteggio.
Come per la ginnastica, anche nella scelta del corso di studi a guidarmi è stata la passione, questa volta per le materie scientifiche. Ho frequentato un liceo scientifico e poi mi sono iscrittto a Ingegneria. Va da sé che non sia facile conciliare l’impegno necessario al corso di studi in ingegneria e gli allenamenti quotidiani di 4 ore che, d’estate e per quando è possibile durante il resto dell’anno, arrivano fino alle 7."
Come descriveresti il tuo percorso?
“Trovo che il percorso universitario sia fondamentale da un punto di vista teorico per poter diventare, nel mio caso, un ingegnere, ma credo anche fortemente che ci siano molti altri aspetti e molte altre competenze, quasi paritariamente importanti nel mondo del lavoro, che non sono apprendibili sui libri ma in altre circostanze di vita. La ginnastica, oltre ad essere sempre stata la mia più grande passione, per me è stata proprio questo: un forte insegnamento di vita, di disciplina, di costanza e di determinazione.”
Raccontaci di più sull'intreccio tra ginnastica e università.
“Gli obiettivi di un ginnasta sono sostanzialmente due: allenarsi molto per riuscire a portare in gara degli esercizi il più complessi possibile, in modo da avere un punteggio di partenza alto, e puntare ad eseguirli alla perfezione, per essere penalizzato il meno possibile. Questo è diventato praticamente il mio stile di vita che, in modo molto naturale, riporto anche nel mio percorso universitario; cerco quindi di restare il più al passo possibile con lezioni ed esami, senza dimenticare che il tempo passato in palestra è molto e, soprattutto, che le energie fisiche e mentali a fine giornata, quando ho tempo di studiare, sono poche. Dal punto di vista dell’esito degli esami, invece, pretendo molto. Sostanzialmente preferisco fare poco ma molto bene.
Fin da bambino ho dovuto trovare un equilibrio tra le due, ma è chiaro che crescendo la mole di studio è aumentata molto. Dalle superiori è diventato più complesso, e col tempo ho capito che da qualche parte avrei dovuto togliere. In università cerco di non incolparmi se non sono al passo come altri compagni, di non fare confronti perché sto dedicando molto tempo ad attività extra-studio. Cerco di non forzarmi a dare tutti gli esami ad ogni sessione, ma senza prenderla sotto gamba. Al momento funziona: mi mancano solo 3 e sami e scrivere la tesi. Il mio obiettivo è di non avere rimorsi, non dirmi che avrei potuto fare di più. Mi impegno per vivere giorno per giorno cercando di stare al passo il più possibile per quanto i miei impegni sportivi lo permettono”
Ci sono (o ci sono stati) dei momenti critici per la tua carriera universitaria?
“I momenti più critici sono quando ho esami e competizioni nello stesso periodo, che è ovviamente molto stressante. Però sono grato di non aver mollato, la ginnastica mi ha reso quello che sono ed ho avuto una buona media a scuola grazie alla disciplina che ho appreso con lo sport. In più mi sono sempre trovato bene con i professori, sono comprensivi e flessibili e mi hanno sostenuto nella mia passione, rendendomi più agevole la conciliazione tra università e ginnastica. Il loro sostegno è fondamentale”.
E in ambito sportivo?
“Da Junior gareggiavo con atleti della mia età, al massimo un anno in più o in meno. Da Senior è più difficile vincere delle competizioni, perché cominci a competere anche con atleti che hanno molta più esperienza di te. Io sono passato in questa categoria nel 2020 ed ovviamente il Covid non ha agevolato la situazione.
Il campionato di serie A2 era cominciato nel migliore dei modi, ci siamo classificati primi e secondi nelle prime due tappe. La terza tappa di serie A è andata bene, le gare individuali anche: sono arrivato alla finale dei campionati nazionali. Alla qualifica ho fatto una buona gara sbagliando il corpo libero ma qualificandomi primo, secondo e terzo rispettivamente a parallele, sbarra e volteggio. Si prospettava una buona finale e sognavo di tornare a casa con qualche medaglia. Purtroppo però, al primo attrezzo che ho fatto, volteggio, mi sono lussato la caviglia sinistra.”
Un infortunio arrivato proprio in concomitanza dell’inizio dell'università. Ma la vita, anche quella sportiva, continua...
“Sì! Dopo l’infortunio e il mio conseguente anno di pausa dalle gare dovuto al recupero, la mia squadra è riuscita a passare dalla Serie A2 in A1. Quindi dopo un recupero lungo, doloroso e faticoso, sono tornato a gareggiare nelle gare di squadra come capitano e nella massima categoria: non potevo essere più felice! Il primo anno in A1 ci eravamo posti l’obiettivo di non retrocedere, mentre siamo riusciti ad arrivare alla Final Six, concludendo al sesto posto. Quest’anno invece siamo riusciti nell’impresa di salire sul terzo gradino del podio, un risultato storico. sono molto fiero del lavoro fatto da me, dai miei compagni, da chi ci segue e dalla società, che ringrazio.
Dal punto di vista delle gare individuali, dopo l’infortunio, sono riuscito a classificarmi secondo e terzo ai Campionati Nazionali del 2022, a volteggio e parallele mentre quest’anno, proprio un paio di settimane fa, sono arrivato nuovamente secondo al volteggio alla Coppa dei Campioni, una gara nazionale di livello ancora superiore rispetto ai classici Campionati Nazionali.”
E così, l'impegno e la determinazione ti hanno portato a raggiungere traguardi oltre le aspettative.
“Quando ero più piccolo non ero portatissimo, me la cavavo soltanto ad alcuni attrezzi. La mia fortuna è stata la costanza: dopo lo sviluppo, quando il mio fisico è cambiato, sono diventato in grado di sostenere meglio il mio peso ed i ritmi di allenamento e, in poco tempo, sono riuscito a colmare diverse lacune che mi portavo dietro dal mio percorso pre-adolescenziale.”
C'è qualcosa che vorresti dire a chi come te sta studiando?
“Un consiglio che mi sento di dare a tutte le studentesse e agli studenti è capire che ognuno ha il proprio percorso, le proprie doti e le proprie difficoltà. E’ sbagliato e soprattutto controproducente paragonarsi agli altri. Quello che provo a fare io è organizzarmi lo studio nel miglior modo possibile, in modo da avere un programma da seguire che so che, rispettandolo, mi porta ad arrivare pronto alla data dell’esame. Penso che l’organizzazione sia davvero fondamentale e stia alla base di uno studio ben fatto.
Per chi porta avanti una passione oltre allo studio mi sento invece di dire di non sottovalutarsi se si porta a casa qualche esame in meno o qualche voto più basso, non tutti hanno il coraggio e la determinazione di fare quello che fate voi.
Per concludere, vorrei ricordare che gli anni da universitari, una volta laureati, non tornano più quindi, per quanto possibile, cerchiamo di divertirci!”
Foto di Emanuele Menegozzo
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