Industriali, internazionali, di Interesse Nazionale | I nuovi dottorati Unife motore di innovazione con i fondi PNRR
Vita universitaria
Alleanze strategiche con il mondo dell’industria e stretta collaborazione con le eccellenze della ricerca nazionale e internazionale. Sono le caratteristiche chiave dei 17 corsi del nuovo ciclo di Dottorato dell’Università di Ferrara.
Grazie al decisivo contributo finanziario del PNRR, il numero complessivo delle borse di studio disponibili è salito a 202, offrendo ad altrettanti giovani l’opportunità di frequentare il percorso di tre anni che rappresenta il più alto livello della formazione universitaria.
Un’offerta formativa, quella dottorale dell’Università di Ferrara, di alta qualità, a forte internazionalizzazione, che offre elevati livelli di professionalità e competitività in ambito lavorativo, come dimostra il recente Report 2023 di Almalaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale di dottoresse e dottori di ricerca di Unife.
Il rapporto evidenzia come i dottori di ricerca dell’Ateneo estense abbiano performance occupazionali al di sopra della media. I dati, che analizzano le prestazioni di 102 dottoresse e dottori di ricerca del 2021 di Unife a un anno dal conseguimento del titolo, sono pari al 92,5%, contro il 90,9% italiano. Il 91,5 degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione: in particolare, il 47,5% è un ricercatore o tecnico laureato nell'università (46,9% il dato nazionale), mentre il 44,1% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione. Il 73,2% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca, in una giornata lavorativa tipo, in misura elevata, contro una media nazionale del 69,3%.
L’81,5% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto (76,7% il dato italiano), e il 78,6% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio.
Dati che Laura Ramaciotti, Rettrice dell'Università di Ferrara, commenta con soddisfazione:
"Quest'anno l'Ateneo di Ferrara presenta un'offerta di percorsi di dottorato variegata, inserita nel contesto nazionale e internazionale, oltre che attenta alle esigenze che provengono dal tessuto imprenditoriale. Gli ottimi risultati emersi dal Report di Almalaurea sono segnale dell'attenzione costante dell’Università di Ferrara verso i percorsi dottorali e confermano il valore e la qualità dei nostri corsi di alta formazione. Lo dimostra anche il dato relativo alla provenienza di chi svolge il dottorato nel nostro Ateneo: uno su due dottori di ricerca di Unife non ha conseguito la laurea a Ferrara. Più del 30% dei nostri dottorandi proviene da un'altra università italiana, circa il 24% ha cittadinanza estera. Questo significa che i nostri corsi sono in grado di attrarre candidati motivati e preparati, in cerca di proposte formative di alto profilo scientifico. L'attrattività dei nostri percorsi è sicuramente un risultato molto lusinghiero, che intendiamo consolidare puntando con ancora maggior decisione sul rapporto con le imprese a partire dal nostro territorio. La collaborazione tra tessuto produttivo e Università continua a essere un elemento chiave per promuovere innovazione: recepire le necessità delle imprese, costruire percorsi consapevoli dei fabbisogni che queste esprimono e assicurare l'inserimento di giovani altamente qualificati nel contesto socio-economico sono solo alcuni degli obiettivi che il dottorato di ricerca permette di conseguire".
Dei 14 corsi di dottorato con sede amministrativa a Ferrara, 5 sono offerti in collaborazione con prestigiose Università straniere con rilascio del doppio titolo a tutti gli iscritti ai corsi, ovvero a dottorandi espressamente selezionati sui percorsi internazionali in ragione delle caratteristiche specifiche delle proprie ricerche; 3 si svolgono in collaborazione con altri Atenei o istituti di ricerca italiani e, rilevante novità, 2 sono dottorati Industriali, organizzati in forma associata con imprese e aperti anche ai dipendenti delle imprese coinvolte impegnati in attività di elevata qualificazione. A questi si aggiungono i corsi con sede presso altri Atenei cui Unife partecipa come partner, 3 in totale.
Inoltre, Unife aderisce a 10 Corsi di Dottorato di Interesse Nazionale progettati e istituiti da consorzi di Università e istituzioni di ricerca di alta qualificazione, di riconosciuto livello internazionale, i cui ambiti di ricerca spaziano dalle scienze economiche e sociali alle tecnologie alle scienze della vita, per una offerta formativa oltremodo variegata e coerente con le esigenze dovute al mutare delle condizioni economico-sociali e climatiche del Paese.
Il Professor Vincenzo Guidi, ordinario del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra e Direttore dello Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) aggiunge:
"L’impulso dato al Dottorato di Ricerca dai fondi derivanti dal PNRR è innegabile, tanto è vero che ben 88 borse di studio delle 202 messe a concorso sono finanziate o co-finanziate da fondi riconducibili al PNRR. Ritengo però doveroso sottolineare l’impegno profuso da Unife nei confronti del tessuto economico e produttivo locale e regionale che grazie al fondamentale supporto e alla efficace sinergia creata con Confindustria Area Emilia Centro ha consentito di coinvolgere oltre trenta imprese nel cofinanziamento di borse dottorali e soprattutto nella formazione dei giovani ricercatori. Porgo quindi un doveroso riconoscimento e un grande ringraziamento a Confindustria, con cui spero avremo modo di ritrovarci a breve per condividere nuove idee e progettualità condivise che stiamo al momento affinando e che, mi auguro, potranno portare Unife ai massimi livelli di innovazione rispetto al tema della ricerca applicata e dell’innovazione di impresa. Credo infine importante richiamare anche il finanziamento accordato dalla Commissione Europea al Progetto “FuturData4EU” che, a partire dal prossimo ciclo dottorale e grazie al supporto della Regione Emilia Romagna, vedrà in Unife una delle sedi di formazione dei futuri ricercatori specialisti in BigData trasversali alla classica suddivisione disciplinare del sapere”.