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Ipertensione | Terapie più efficaci se personalizzate in base al nostro orologio interno

17/05/2024

Scienza, cultura e ricerca

Assumere farmaci per la pressione arteriosa nel momento giusto della giornata, in base al proprio ritmo sonno-veglia naturale, può ridurre significativamente il rischio di infarto del miocardio nei pazienti ipertesi.

Lo dimostra un recente studio pubblicato sulla rivista eClinicalMedicine del gruppo Lancet che, coordinato dall’Università scozzese di Dundee, ha coinvolto un team internazionale di ricercatori e ricercatrici provenienti da Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Italia, tra i quali anche il Professor Roberto Manfredini del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Ferrara.

La ricerca, svoltasi su un campione di oltre 5.000 partecipantiha dimostrato che i soggetti con cronotipo mattutino ("allodole") che assumevano i farmaci al mattino avevano un minor rischio di eventi cardiaci acuti rispetto a coloro che li assumevano la sera. Viceversa, i soggetti con cronotipo serale ("gufi") che assumevano i farmaci la sera avevano un minor rischio di ricovero in ospedale per infarto rispetto a coloro che li assumevano al mattino.

Questi risultati suggeriscono che la cronoterapia, ovvero l'assunzione di farmaci in base al proprio cronotipo, potrebbe rappresentare un nuovo approccio per il trattamento dell'ipertensione, con il potenziale di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari.

"Sono risultati entusiasmanti perché potrebbero rappresentare una svolta nella terapia dell'ipertensione", ha dichiarato il Dottor Filippo Pigazzani, consulente cardiologo della Facoltà di Medicina dell’Università di Dundee e principal investigator. "La ricerca mostra per la prima volta che considerare il cronotipo individuale del paziente, al momento di decidere la terapia anti-ipertensiva (cronoterapia personalizzata), potrebbe ridurre il rischio di eventi cardiaci. È comunque importante sottolineare che i risultati necessitano di ulteriori conferme da nuovi studi clinici randomizzati, e soprattutto che i pazienti in terapia dovrebbero continuare ad assumere i farmaci come consigliato dal proprio medico."

“Ogni individuo ha un proprio cronotipodeterminato geneticamente e influenzato da fattori esterni come l'esposizione alla luce e agli orari di sonno-veglia”, ha spiegato il Dottor Kenneth Dyarbiologo studioso di ritmi circadiani e coautore della ricerca. “Questo timing interno regola diverse funzioni biologiche, tra cui il metabolismo, la pressione sanguigna e la risposta ai farmaci.  È molto importante che i medici ricordino che non tutti i pazienti sono uguali: esistono ampie differenze interindividuali in base al cronotipo, in grado anche di influenzare il rischio di malattia e l’insorgenza degli eventi cardiovascolari.”

“Fa molto piacere, a distanza di trent’anni da una nostra ipotesi quasi visionaria all’epoca (i geni orologio sarebbero stati identificati solo alcuni anni dopo), vederne consacrare una applicazione pratica in un grande trial internazionale”, ha dichiarato il Professor Roberto Manfredini, Direttore della Unità complessa di Clinica Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara. “Lo studio è uscito praticamente in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Ipertensione di venerdì 17 maggio. Abbiamo sempre creduto alla importanza del cronotipo individuale e in questi ultimi anni molte centinaia di ferraresi, nel corso di vari eventi scientifici divulgativi del nostro Ateneo, hanno aderito con entusiasmo alla compilazione del semplice test per valutare il proprio cronotipo ‘gufo o allodola’. Ebbene, questo dato ora diventa prezioso per la terapia di chi è affetto da ipertensione arteriosa.”

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Il Professor Roberto Manfredini

L'ipertensione arteriosa è una condizione cronica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari. Il controllo della pressione arteriosa è fondamentale per prevenire eventi gravi come infarto, ictus e insufficienza cardiaca.

Per saperne di più

L’articolo "Effect of timed dosing of usual antihypertensives according to patient chronotype on cardiovascular outcomes: the Chronotype sub-study cohort of the Treatment in Morning versus Evening (TIME) study" è stato pubblicato il 13 maggio 2024 sulla rivista eClinical Medicine.

Gli autori e le autrici dello studio sono: Filippo Pigazzani, Steve Morant, Amy Rogers, Robert Flynn, David Rorie, Isla Mackenzie e Thomas MacDonald, (MEMO Research, Division of Molecular and Clinical Medicine, Università di Dundee, UK); Kenneth Dyar (Institute for Diabetes and Cancer, Helmholtz Munich, Germania); Céline Vetter (Università del Colorado a Boulder, Colorado, USA); Francesco Cappuccio (Università di Warwick, UK); e Roberto Manfredini (Dipartimento di Scienze Mediche e Centro Strategico Universitario per gli Studi sulla Medicina di Genere, Università di Ferrara, Italia).