Team Unife nel nuovo progetto europeo ENDOSCAPE
Scienza, cultura e ricerca
Sarebbe stato impensabile, fino a qualche anno fa, salvare i bambini che nascono con gravissime malattie genetiche. Oggi, invece, per alcune di esse una cura esiste e si chiama terapia genica.
Intervenendo direttamente “alla radice” del problema, cioè introducendo una copia normale del gene difettoso alla base della malattia, gli scienziati riescono a bloccarne il decorso: un risultato senza precedenti che spalanca le porte a una nuova era della medicina.
Questa straordinaria possibilità potrebbe essere estesa a tantissime altre malattie la cui causa risiede nel DNA, come la distrofia, l’emofilia, la talassemia e anche forme di tumore. Perché ciò accada è indispensabile fare ulteriori passi avanti nel campo dell’ingegneria genetica.
Ed è proprio questo l’obiettivo di ENDOSCAPE, progetto finanziato con quasi 7 milioni di euro dalla Comunità Europea cui Unife partecipa con il team del professor Mirko Pinotti, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie. Il gruppo di lavoro, composto da una schiera di partner internazionali, ha ufficialmente dato il via al progetto il 21 gennaio a Berlino.
Le sfide della terapia genica
Oggi con la terapia genica gli scienziati possono veicolare nelle cellule malate una copia “sana” del gene difettoso“, ripristinando la funzione mancante. Nel caso della malattia ADA-SCID, ad esempio, le cellule interessate risiedono nel midollo osseo, e quindi possono essere prelevate, manipolate in laboratorio e quindi re-introdotte nel paziente (terapia genica ex-vivo).
“Purtroppo per la maggioranza delle malattie genetiche questo non è possibile, ed è necessario un intervento diretto sulla persona, “terapia genica in-vivo”, perché le cellule da trattare non possono essere prelevate dal corpo per essere trattate e reintrodotte” chiarisce il professor Mirko Pinotti, coordinatore Unife del progetto.
Veicolare con efficacia il “gene” terapeutico in modo mirato nelle cellule difettose non è semplice. Bisogna fare in modo che il nuovo materiale genetico raggiunga proprio le cellule interessate, superi la loro membrana e arrivi fino il nucleo, dove si trova il gene da correggere, in un processo definito trasfezione.
“Al momento attuale i risultati migliori si stanno ottenendo sfruttando la capacità innata dei virus di infettare le cellule” spiega Pinotti, “Virus che vengono ingegnerizzati per mantenerne solo le caratteristiche volute (terapia genica virale)”.
Il progetto
Il progetto ENDOSCAPE ha proprio lo scopo di ottimizzare le tecnologie di trasfezione in vivo.
“Recentemente è stata scoperta una molecola, contenuta in una pianta, dall’altissimo potenziale. Sarebbe in grado di bloccare un fenomeno che si verifica all’interno della cellula e che di fatto inficia la riuscita della trasfezione: la degradazione della molecola terapeutica di DNA, cioè del “gene corretto”.
“Quello che dobbiamo riuscire a fare per ottenere un metodo innovativo ed efficace, e lo faremo grazie a questo finanziamento, è riuscire combinare la molecola della pianta e il DNA terapeutico per garantire, in vivo, una trasfezione efficiente e mirata alle cellule “malate” precisa il prof. Pinotti.
Le possibili ricadute
Lo sviluppo di un approccio efficace di terapia genica non virale potrebbe avere notevoli ricadute positive.
“Allargare il campo delle opportunità terapeutiche è il primo, fondamentale beneficio che potrà derivare da ENDOSCAPE: in futuro potremo disporre di nuovi trattamenti per malattie oggi incurabili“ spiega il professore. “Inoltre l’approccio potrebbe essere esteso alla veicolazione di altre molecole terapeutiche, ampliando enormemente le potenzialità applicative non solo alle malattie genetiche”.
Ma c’è dell’altro: “Le terapie geniche oggi esistenti, basate sull’uso dei virus, hanno costi elevati e richiedono strutture altamente specializzate. Migliorare l’efficienza di veicolazione con l’approccio proposto significherebbe poter utilizzare dosaggi bassi e contenere sensibilmente i costi, estendendo la fruibilità economica delle cure a moltissime persone”.
I partner internazionali
Accanto all’Università di Ferrara, nel progetto ENDOSCAPE sono coinvolti i seguenti Atenei e istituti di ricerca:
● Charite - Universitaetsmedizin Berlin, Germania (coordinatore dell’intero progetto)
● Sapreme - Technologies, Olanda
● Max-Planck-Gesellschaft zur Forderung der Wissenschaften Ev, Germania
● Vib - Belgio
● Freie Universitaet Berlin, Germania
● Universidad de Santiago de Compostela, Spagna
● Universita degli Studi di Roma Torvergata, Italia
● Extrasynthese Sas, Francia
● Fraunhofer Gesellschaft zur Foerderung der Angewandten Forschung E.V., Germania
● Universitat Basel, Svizzera
● Tp21 Gmbh, Germania