DI BUONA PRATICA IN BUONA PRATICA…(spunti per un’inclusione possibile)
Sul macro-tema dell’inclusione, a partire dal 1971 ad oggi, si sono susseguite leggi, decreti ministeriali, direttive, linee guida, insomma, tutta quella ingente mole normativa che funge da sfondo ad un unico obiettivo delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado: creare un contesto educativo e didattico per tutti e per ciascun alunno/a o studentessa/studente, tale da consentire la piena realizzazione del sé, premessa indispensabile a garanzia del successo formativo.
Una sfida a dire poco ambiziosa, che rappresenta quell’ideale a cui tendere e che va “affrontata” sul campo, traducendo in pratiche didattiche quanto il legislatore ha egregiamente indicato.
Ma non sarà questa la sede per entrare nel merito giurisprudenziale…piuttosto, con questo piccolo contributo si vogliono descrivere, in chiave narrativa e con parole semplici alcuni percorsi didattico-educativi che hanno trovato un riscontro più che positivo per studentesse e studenti con PEI (piano educativo individualizzato) differenziato, non verbali.
Il percorso di studi in questione è quello del Liceo Artistico, nello specifico il terzo anno, quando ha inizio - tanto per ridar lustro ai programmi ministeriali caduti nell’oblio – il viaggio dantesco nell’Inferno.
Il Consiglio di classe, sostenuto dalle competenze specifiche della/del docente di sostegno, è chiamato ad individuare strategie funzionali all’interiorizzazione di contenuti disciplinari-cardine, sebbene in chiave assolutamente individualizzata.
Ecco che per Fortunata (nome di fantasia) vengono progettati percorsi volti tanto ad incrementare la relazione tra pari, tanto mettere in atto l’accostamento ad artisti/autori e alle loro opere.
Come? Mirando alla creazione di “opere viventi”; vale a dire riproduzioni reali e contemporanee di sculture o pitture d’autore, che vedono, quali modelli, singoli o piccoli gruppi di studentesse e studenti, a seconda dell’opera che si intende riproporre, in chiave fotografica.
Sono chiamate in causa, in tal modo, numerose capacità collaboranti: l’osservazione di opere, la capacità di leggerle e di riprodurle dal punto di vista cinestetico, da soli o in piccoli gruppi, (capacità di svolgere ruoli in autonomia e/o di lavorate in gruppo); capacità di interpretare sentimenti (competenza empatica) e di riprodurli (competenza introspettiva); capacità di collegare diversi artisti alle loro opere, insieme alla capacità di utilizzare il dispositivo tecnologico della macchina fotografica digitale (competenza multimediale)…per citarne solo alcune…
Così si è ridata vita a molte sculture di Rodin, quali “Il pensatore”, “L’età del bronzo”, “Le tre ombre”, o di Medardo Rosso, quali “El locch”, “Innamorati sotto il lampione”, “Ecce puer”, “Henri Rouart”, con grande coinvolgimento e partecipazione degli originali modelli viventi che, in tal modo, hanno fatto personale esperienza di arte e che difficilmente dimenticheranno quanto interiorizzato.
Un altro fruttuoso percorso proposto nell’ambito trasversale di Lingua e letteratura italiana e di Discipline plastico-pittoriche – tornando al padre Dante – è stata invece la riproduzione in terracotta di personaggi e simboli della prima cantica infernale, in un microprogetto cui si è dato titolo “Vian-Dante”.
Hanno preso corpo il cono rovesciato posto sotto l’emisfero delle terre emerse, con i suoi gironi dei dannati, “Caron dimonio, occhi di brace”, Cerbero, Paolo e Francesca…
Consentendo, al contempo, lo sviluppo della motricità fine, della coordinazione oculo-manuale, la personale interpretazione e resa plastica dei personaggi e dei luoghi, la loro rappresentazione cromatica, nonché la fissazione mnemonica ed emozionale di immagini-simbolo.
Vero è che il liceo artistico, per la sua vocazione d’indirizzo, si presta particolarmente alla realizzazione di percorsi inclusivi, non solo per questi particolari bisogni educativi speciali. L’arte, in tutte le sue declinazioni, è il linguaggio dei linguaggi, universale per eccellenza. Ma, proprio in virtù di ciò, è pur vero che tutte le discipline sono riconducibili all’arte e che, dunque, il campo di applicazione di queste pratiche didattiche, è enormemente vasto e rispondente ai bisogni speciali di ciascun discente…alzi la mano chi non ne è portatore…
Francesca Barbieri