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Programma d'esame 2010-11 (prof. Fava)

"La prima parte del corso è dedicata all'analisi delle lingue naturali in prospettiva sincronica. Si definirà la lingua come oggetto di studio scientifico, approfondendo la distinzione tra lingua come fenomeno culturale e lingua come fenomeno psicologico. La sezione introduttiva si concluderà con la definizione di grammatica e delle sue componenti fondamentali (fonologia, morfologia, sintassi, semantica).

L'obiettivo della parte centrale del corso è quello di fornire gli strumenti necessari per l'analisi di una lingua naturale. Verranno fornite le basi per l'analisi fonetica e per quella fonologica, con la discussione di fenomeni presenti in italiano e nelle altre principali lingue indoeuropee. Discutendo alcuni casi di mutamento fonologico sincronico si introdurrà il concetto di regola. Successivamente si passerà all'analisi della componente morfologica e sintattica, con la definizione delle principali unità di analisi: morfema e sintagma. Si osserveranno i problemi collegati all'analisi di questi livelli e le loro implicazioni metodologiche e teoriche. In particolare, si approfondirà la nozione di teoria della sintassi come teoria della lingua in generale.

Le diverse prospettive teoriche della linguistica del novecento saranno osservate nel loro sviluppo, con particolare attenzione ai diversi problemi di interpretazione dei dati linguistici.

Bibliografia di riferimento

Graffi, G. e S. Scalise, Le lingue e il linguaggio, Il Mulino, Bologna, 2003 (sezioni da definire)

La seconda parte del corso si incentrerà sul problema del cambiamento linguistico e, in particolare
sebbene non esclusivamente, sul mutamento delle lingue nel corso del tempo: lo studio delle lingue
e del linguaggio in questa prospettiva, detta ‘diacronica’, è tradizionalmente affidato alla linguistica
storica, un tempo (XVIII-XIX secolo) coincidente con la linguistica tout court e ancora oggi
porzione assai rilevante delle ‘scienze del linguaggio’.
Obiettivo primario delle lezioni è appunto quello
di introdurre alla linguistica storica e di
riflettere su una serie di concetti-chiave propri della disciplina. In una prima fase verranno rivisti
criticamente alcuni momenti fondamentali della storia del pensiero linguistico, muovendo dalle
culture classiche; si prenderanno in esame continuità e discontinuità nella speculazione sulla
variazione linguistica e sul concetto stesso di ‘lingua’, con particolare riguardo al Sette-Ottocento:
è in questo periodo, infatti, che vengono elaborate le nozioni, basilari per la linguistica storica,
di comparazione e di ricostruzione; ci si soffermerà soprattutto sulle implicazioni teoriche e
metodologiche dei diversi approcci alla ricostruzione, sulle dinamiche del mutamento linguistico
e sulle sue precondizioni sia sistemiche che storico-culturali; verranno messi in luce anche i
sostanziosi contributi offerti dalla linguistica storica al patrimonio concettuale di altre discipline
storiche e filologico-linguistiche.
A questa parte istituzionale verranno affiancate alcune esemplificazioni operative, tratte
prevalentemente dal campo dell’indeuropeistica, che rappresenta uno dei più fecondi terreni
di indagine della linguistica storica: saranno messi a fuoco il concetto di indeuropeo e i
principali problemi della linguistica indeuropea. Verrà infine trattato, sia pure per cenni,
un altro tema ‘classico’, quale è quello della transizione dal latino alle lingue romanze.
Guide al percorso saranno:

AAVV, Linguistica storica, a cura di R. Lazzeroni, Roma, Carocci, 1998 (parti da determinare).
F.Villar, Gli indoeuropei e le origini dell’Europa, Bologna, Il Mulino, 1997 (parti da determinare).

Le indicazioni bibliografiche verranno puntualizzate ed integrate nel corso delle lezioni."