FORTUNA DELLE LETTERATURE ROMANZE
Anno accademico e docente
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- English course description
- Anno accademico
- 2017/2018
- Docente
- MONICA LONGOBARDI
- Crediti formativi
- 6
- Periodo didattico
- Secondo Semestre
- SSD
- L-FIL-LET/09
Obiettivi formativi
- Lo studente otterrà una formazione storico-letteraria e sarà in grado di riconoscere e apprezzare le letterature romanze anche minoritarie, come l'Occitano, che ha cominciato a produrre letteratura di alta qualità nel quadro europeo dal XIX al XXI secolo.
Prerequisiti
- Non necessari
Non è necessario conoscere il francese Contenuti del corso
- Titolo: Dalla Provenza dei trovatori alle letterature contemporanee: paesaggi mitici, paesaggi dell’anima.
Il paesaggio cantato, sognato dai trovatori diventa un luogo ideale cui i letterati successivi si rifanno per creare il loro immaginario. In questo corso seguiremo questo sguardo incantato su una terra che molto ha suggestionato chi a questa cultura si è rifatto sino ad oggi.
Se Peire Vidal intonava all’inizio del Duecento il suo inno alla Provenza lontana (“Respiro a pieni polmoni l’aria che sento venire dalla Provenza…Perché non si conosce paese così dolce come quello che si stende dal Rodano a Vence e che il mare e la Durance racchiudono”), il nostro Pasolini apriva con gli stessi versi le sue poesie al suo Friuli, come “Provenza dello spirito”. Gabriela Mistral, premio Nobel 1945, ambienta nelle sue terre cilene il mito della Provenza.
Tutta l’opera di Mistral, premio Nobel per la letteratura 1904, valorizza, con la lingua occitana, il paesaggio del Sud (l’Impero del sole), la vegetazione segnata dall’olivo, la vigna, la garrigue (macchia mediterranea), il vento, il fiume Rodano, cui dedica un intero poema, epopea dei battellieri. E poi la Camargue dei gardians (simile alla Maremma dei butteri), terra di allevatori di bestiame e di scenari palustri dove D’Arbaud immagina una storia ambientata nel XIV secolo: il ritrovamento della Bête du Vaccarès, spirito mitologico della terra desolata. E ancora negli stessi anni ‘20 del Novecento, l’incontro con la Provenza degli scrittori stranieri, come il grande Joseph Roth, che vi ritrovò il calore e la gioia di vivere (Le città bianche) della gente meridionale. Quella luce e quei colori vividi che negli anni ’80 dell’Ottocento, avevano regalato al pittore Van Gogh due anni d’intensa produzione di scenari e paesaggi arlesiani. E poi le trobairitz: la poetessa-contadina Marcela Delpastre, nel pieno Novecento, intona il suo Chant de la terra ai quattro elementi fonte di vita.
A proposito di mitologia, il paesaggio letterario delle varie regioni della Provenza storica è abitato da draghi e spiriti endemici. Taluni, come il drac di Beaucaire o la Tarasque ammansita da Santa Marta, venerata nel delta del Rodano, sono attestati sin dal medioevo dagli autori della corte Plantageneta (Gervasio di Tilbury, Otia Imperialia) o dalla Legenda aurea (XIII sec.), miti che rivivono nella letteratura fantastica di lingua francese dell’Ottocento e nel folklore raccolto nel Novecento.
E poi non bisogna dimenticare le nostre vallate di lingua e cultura occitanica che, con poeti come Antonio Bodrero o Claudio Salvagno, esprimono un senso del paesaggio alpino ancestrale, dove i numi degli antenati ancora tornano a visitare le comunità per vigilare sul rispetto della natura, il culto degli alberi e delle fonti: una religione pagana. Metodi didattici
- Lezioni frontali (24 ore), partecipazione a seminari (6 ore).
Modalità di verifica dell'apprendimento
- Esame orale finale che verificherà la conoscenza dei testi, del materiale critico e del contesto storico letterario.
Testi di riferimento
- La docente indicherà in itinere siti internet,
bibliografie e fornirà i testi originali con traduzione.