Lingua e traduzione A.A. 2007-2008 Prof. Jean Robaey
CORSO DI LINGUA E TRADUZIONE – LINGUA FRANCESE
Corso annuale di 60 ore per la Specialistica
2007-2008
(J. Robaey)
Titolo: Tra Ungaretti e Jaccottet
Il Corso verterà principalmente su Ungaretti: Ungaretti traduttore dal francese (da Mallarmé) e in francese (da se stesso), Ungaretti poeta in francese. Studieremo in seguito le traduzioni francesi di Philippe Jaccottet da Ungaretti e alcune traduzioni italiane da Philippe Jaccottet.
Una seconda parte del Corso (che comprenderà un terzo del totale delle ore) sarà dedicata ad una prova collettiva di traduzione da un testo in prosa di Gustave Roud.
Testi:
Giuseppe Ungaretti, L’Allegria, Edizione critica a cura di Cristina Maggi Romano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano 1982, pp. 235-92 (Derniers Jours);
Id., Vita d’un uomo. Traduzioni, II, Da Góngora a Mallarmé, ivi, “Lo Specchio”, 1948, pp. 80-93 (L’Après-midi d’un Faune. Il Pomeriggio d’un Fauno);
Id., Vie d’un homme. Poésie 1914-1970, Traduit de l’italien par Philippe Jaccottet et alii, Gallimard, “nrf/Poésie”, Paris 1973 (pagine da definire);
Philippe Jaccottet, D’une lyre à cinq cordes, Traductions de Ph.J. 1945-1995, ivi, “nrf”, 1997, pp. 37-44 (“Giuseppe Ungaretti”);
Id., Il Barbagianni. L’Ignorante, a cura di Fabio Pusterla, Einaudi, Torino 1992 (pagine da definire);
Id., Da “Altre Giornate”, “Gli immediati dintorni” 1, 1989, pp. 27-48 (a cura di J.R.);
Gustave Roud, Écrits, II, Bibliothèque des Arts, Lausanne 1978, pp. 35-65 (Pour un Moissonneur).
Critica:
Henri Meschonnic, Pour la Poétique II. Épistémologie de l’écriture. Poétique de la traduction, Gallimard, Paris 1973, pp. 305-66;
Emilio Mattioli, La traduzione letteraria, “Testo a fronte” 1, 1989, pp. 7-22;
J.R., La critica del ritmo di Meschonnic, “Il Lettore di provincia” 80, 1991, pp. 75-79.
I. Analisi della traduzione di Après-midi d’un Faune
dopo un’introduzione sul perché Ungaretti traduca (e perché nel 1948 – in realtà 1946 –) quel Mallarmé, su che cosa rappresenti l’Après-midi d’un Faune nell’opera di Mll, ecc.
funzionamento dell’alessandrino e dell’endecasillabo, riguardo in particolare alla cesura
analisi vera e propria. perdite e compensi, guadagni
analisi precisa dei primi versi (1-8), lettura veloce di tutto il poemetto
confronto, per i primi versi, con altre traduzioni: Frisia, Frezza, Grillandi, Manetti, Ortesta, Valduga (mancano Parronchi e Bigongiari)
II. Analisi veloce delle traduzioni ungarettiane
di Saint-John Perse, Anabase (1936, iniziato nel 1930, escono per la prima alcuni brani su “Fronte” nel 1931)
Meschonnic (in Critique du rythme): « Sa francité, voulue et de conquête, est d’autant plus abstraite et pure qu’il a à faire oublier son origine, et jusqu’à son accent »
due frasi di Ungaretti nel Racine di Mondadori : p. 192
leggere: inizio I, pp. 166-7 e fine 168-9
di Racine, Phèdre (1950)
traduce anche da Andromaque; c’è uno studio si Sanguineti (non ho né l’una né l’altro!)
III. Derniers Jours (1919)
ed. mondadoriana (che rispetta la volontà dell’autore): dopo le raccolte italiane, addirittura dopo le “Nuove” e prima delle “Poesie disperse”
costituiva l’ultima parte dell’Allegria dei Naufragi in Vallecchi, 19191.
La Guerre (1919)
traduzioni dall’italiano
doveva farlo Apollinaire ma poi…
colophon: cette poésie a été mise en français ecc.
colophon anast. : cette poésie est née à… elle a été mise en français à… d’après la 3e partie de la 2e édition de il porto sepolto qui paraîtra à la libreria della voce à florence
spiegare il titolo italiano
a Parigi, ed. a cura di « Sempre Avanti ! », settimanale che faceva stampare il Corpo d’Armata di Spedizione in Francia comandato dal generale Albricci
ristampata nello stesso anno da Vallecchi
1942, scrive a De Robertis:
“nessuna poesia francese, né testi francesi. Non è la mia lingua. C’è sempre in esse qualcosa di falso.”
a Soffici, nel 1918: “Sai che il francese mi è famigliare come fosse la mia lingua materna”
vera e propria traduzione della poesia dedicata all’amico egiziano, traduzione rimasta manoscritta: diamo l’originale del Porto sepolto e la versione definitiva:
En mémoire In memoria Si chiamava
de di Moammed Sceab
Mohammed Chéab Moammed Sceab
descendant discendente Discendente
d’émirs de nomades di emiri di nomadi di emiri di nomadi
suicide suicida suicida
parce qu’il n’avait plus perché non aveva più perché non aveva più
de patrie patria Patria
Il aima la France Amò la Francia Amò la Francia
et changea son nom en e mutò nome in e mutò nome /
Marcel Marcel Fu Marcel
Mais il n’était pas français ma non era francese ma non era Francese
et ne savait plus vivre e non sapeva più e non sapeva più
sous la tente des siens vivere vivere
où l’on écoute la cantilène nella tenda dei suoi nella tenda dei suoi
du Coran dove si ascolta la cantilena dove si ascolta la cantilena
en goûtant un café del Corano del Corano
gustando un caffè / gustando un caffè /
Et il ne sut pas E non sapeva E non sapeva
donner l’essor sciogliere sciogliere
au chant il canto il canto
de son abandon del suo abbandono del suo abbandono
je l’ai acompagné L’ho accompagnato L’ho accompagnato
avec la patronne de l’hôtel insieme alla padrona dell’albergo insieme alla padrona dell’albergo
où nous habitions dove abitavamo dove abitavamo
à Paris a Parigi a Parigi
au n° 5 de la Rue des carmes dal N° 5 della rue des Carmes dal numero 5 della rue des Carmes
petite rue en pente appassito vicolo in discesa appassito vicolo in discesa
Il repose Riposa Riposa
au cimetière d’Ivry nel camposanto d’Ivry nel camposanto d’Ivry
faubourg qui parait être sobborgo che pare sobborgo che pare
continuellement continuamente continuamente
dans une journée in una giornata in una giornata
de foire qui finit di una decomposta fiera di una
decomposta fiera /
Et peut-être moi seul E forse io solo E forse io solo
sais-je encore so ancora so ancora
qu’il vécut che visse che visse
Je le saurai Saprò
jusqu’à mon tour fino al mio turno
de mourir di morire
commento (secondo me sbagliato) di François Livi : “gustando un caffè”, meglio Lescure « en buvant du café » (Ossola !!); “dove abitavamo”, meglio L. (“plus justement”!) “où nous vivions”; sciogliere…: ammira di nuovo L.: “Et ne savait / pas délvrer / la chanson / de son abandon” – che dire ? quanto all’« appassito vicolo in discesa », preferisce L. (“fidèlement rendu”!) “une ruelle en pente les murs fanés”…
1 “Pour Guillaume Apollinaire”
en souvenir de la mort que nous avons accompagnée
en nous elle bondit hurle
et retombe
en souvenir des fleurs enterrées
con lo stacco tra i blocchi
ma non sono versicoli francesi?
La Guerre (anastatica) :
en souvenir de la mort que nous avons accompagnée
en nous elle bondit hurle et retombe
en souvenir des fleurs enterrées
con lo stacco tra i blocchi
niente italiano
2 « Nocturne » : non ce ne La Guerre, infatti manca!
volubilité des lumières au parcours
de ce flâneur
le ciel est perdu sous un air
de langueur
or aux rameaux noirs pousse le printemps
à cette heure seul le poète l’entend
et le poète se soulève sous
le même effort d’éclat et de
communion
il passe discret parmi les immeubles clos
car son heure de veillée est de silence partout
il neige sur sa ville quittée
il regarde la candeur des campagnes se perdre en langueurs
aucune violence ne dépasse celle qui prend un aspect de froid et de mystère
seul au poète est accordé le martyre de s’apercevoir de l’ironie de Dieu
senza rientro di margine!
il francese è anteriore
italiano: “Ironia di Dio” in Allegria di Naufragi (prosa con cenno di verso, Vallecchi, 1919)
“Odo la Primavera”, poesia nel Porto sepolto (1923)
In giro, non c’è anima.
Odo la primavera nei rami neri indolenziti.
Solo a quest’ora si può seguire.
Questo peso di ritorni non mi dà requie.
Domattina un velo di verde intenerirà da
questi alberi poco fa ancora secchi.
Nessuna violenza supera quella che prende
aspetti silenziosi e freddi.
“Ironia”, prosa in “Prime”, con sotto: Parigi – Milano 1919
Odo la primavera nei rami neri indolenziti. Si può seguire solo a quest’ora, passando tra le case soli con i propri pensieri.
È l’ora delle finestre chiuse, ma
questa tristezza di ritorni m’ha tolto il sonno.
Un velo di verde intenerirà domattina da questi alberi, poco fa quando è sopraggiunta la notte, ancora secchi.
Iddio non si dà pace.
Solo a quest’ora è dato, a qualche raro sognatore, il martirio di seguirne l’opera.
Stanotte, benché sia d’aprile, nevica sulla città.
Nessuna violenza supera quella che aspetti silenziosi e freddi.
3 « Mélancolie » :
un lointain vertige paludéen nous veillons
La Guerre (anastatica) :
un lointain vertige paludéen nous veillons
proviamo : 3 7 3
un lointain vertige (cesura lirica) paludéen : 6 4 ?
vedi Sentimento del Tempo, “Una colomba”
D’altri diluvi una colomba ascolto
e “Fine”
In sé crede e nel vero si dispera?
problema: l’ed. vallecchiana va nella direzione del verso unico, di un’unica riga, come vuole l’andamento francese? e i versi di Sentimento del Tempo sono endecasillabi unici che, a rigor di logica, non sono versi. Nel Porto sepolto ci sono versi come: “Calante malinconia lungo il corpo avvinto / al suo destino” di “Malinconia” (il titolo è un caso?) nel 1919 e, nel 1916: “Calante malinconia per il corpo avvinto al suo destino”
Maggi: “Ciò che invece subisce generalmente un profondo mutamento è la metrica. Caratteristica delle poesie tradotte in francese, come del resto di tutte quelle facenti parte di La guerre, è l’unione in sequenze lunghe dei versi brevi originari. È lo stesso fenomeno che si verifica nelle ultime poesie dell’Allegria, Finali di commedia, contemporanee o quasi delle traduzioni e quindi concepite in quel periodo di crisi che dalla metrica scandita e frazionata della prima poesia ungarettiana porterà alla riconquista del tessuto sintattico prima, del verso tradizionale poi”, + la nota
notare che le due edizioni del Porto sepolto sono diverse, e la 2° è “meno versicolo”…
niente italiano
su questo punto ricordare l’articolo della Maggi, U tra F e I in “La Guerre”, “Studi di Filologia Italiana” XXXII, 1979
sì invece: era una strofa del 1° viaggio: “una distante / vertigine / paludosa / si veglia”
4 “Hiver”
comme une graine mon âme aussi a besoin du labour caché de cette saison
anast. :
comme une graine mon âme aussi a besoin du labour caché de cette saison
4 (con e muta) 4 3 3 2 4 (con e muta)
niente italiano
5 « Prélude »
un nom j’avais gravé sur cette poussière qu’on nomme mon cœur
un vent a passé sur ce désert qu’on nomme ma vie
et la poussière s’est éparpillée en nuée
anast. :
un nom j’avais gravé sur cette poussière qu’on nomme mon cœur
un vent a passé sur ce désert qu’on nomme ma vie
et la poussière s’est éparpillée en nuée
molta metrica
niente italiano
6 « Prairie »
la terre s’est voilée de tendres légèretès
comme une épouse offre étonnée à sa créature la pudeur souriante d’être mère
anast. :
la terre s’est voilée de tendres légèretès
comme une épouse offre étonnée à sa créature la pudeur souriante d’être mère
italiano : « Prato » (fin dal 1919)
La terra
s’è velata
di tenera
leggerezza
Come una sposa
novella
offre
allibita
alla sua creatura
il pudore
sorridente
di madre
7 « La rosée illuminée »
la terre se soulève de plaisir sous un soleil de violences gentilles
anast. :
la terre se soulève de plaisir sous un soleil de violences gentilles
italiano ( ?)
8 « Voyage »
je ne peux m’établir
à chaque nouveau climat je me retrouve une âme d’antan
en étranger je m’en détache
revenu en naissant d’époques trop vécues
jouir une seule minute de vie initiale
je cherche un pays innocent
je ne peux m’établir
à chaque nouveau climat je me retrouve une âme d’antan
en étranger je m’en détache
revenu en naissant d’époques trop vécues
jouir une seule minute de vie initiale
je cherche un pays innocent
qui l’italiano: “Girovago”, in “Girovago”, sezione ora di Allegria e, prima, di Allegria dei Naufragi (la versione francese risulta anteriore); riportiamo le due edizioni italiane:
In nessuna In nessuna
parte parte
di terra di terra
mi posso mi posso
accasare accasare
A ogni A ogni
clima nuovo
che passo clima
mi trovo che incontro
languente mi trovo
che gli ero languente
già stato che
assuefatto già gli ero stato
assuefatto
Me ne stacco
sempre E me ne stacco sempre
straniero straniero
Tornato Nascendo
nascendo tornato da epoche troppo
da epoche vissute
troppo
vissute
Mi perseguita
un’insorabile
sveglia
di rimpianti
senili
Una distante
vertigine
paludosa
si veglia
Godere Godere un solo
un solo minuto di vita
minuto iniziale
di vita
iniziale
Cerco Cerco un paese
un paese innocente
innocente
interessantissimo:
à chaque nouveau climat: A ogni / nuovo / clima (e prima era : a ogni / clima)
une âme d’antan: languente
en étranger je m’en détache > en étranger je m’en détache: E me ne stacco sempre / straniero (e in rivista : me ne stacco / sempre // straniero)
revenu en naissant d’époques trop vécues (o d’époques trop vécues ?) > revenu en naissant d’époques trop vécues : Nascendo / tornando da epoche troppo / vissute (in rivista : da epoche / troppo / vissute)
jouir une seule minute de vie initiale > jouir une seule minute de vie initiale : Godere un solo / minuto di vita / iniziale (in rivista : minuto / di vita / iniziale)
je cherche un pays innocent > je cherche un pays innocent : Cerco un paese / innocente (prima : cerco / un paese / innocente)
9 “Vie”
corruption qui se pare d’illusions
corruption qui se pare d’illusions
niente italiano
10 “La sérénité de ce soir”
niente italiano
11 « Militaires »
nous sommes telle en automne sur l’arbre la feuille
nous sommes tels qu’en automne sur l’arbre la feuille
Hom. : 6.146-9
oi{h per fuvllwn genehv, toivh de; kai; ajndrw`n.
fuvlla ta; mevn tÆ a[nemo~ camavdi~ cevei, a[lla dev qÆ u{lh
thleqovwsa fuvei, e[aro~ dÆ ejpigivgnetai w{rh:
w}~ ajndrw`n geneh; hJ me;n fuvei hJ dÆ ajpolhvgei.
Mimnermo :
hJmei`~ dÆ, oi|av te fuvlla fuvei poluavnqemo~ w{rh
e[aro~, o{tÆ ai\yÆ augh/`~ au[xetai hjelivou,
toi`~ i[keloi phvcuion ejpi crovnon a[nqesin h{bh~
terpovmeqa, pro;~ qew`n eijdovte~ ou[te kako;n
ou[tÆ ajgaqovn […].
Bacchilide : Epinicio 6.63-67
e[nqa dustavnwn brotw`n
yuca;~ ejdavh para; Kwkutou` reev-
qroi~, oi|av te fuvllÆ a[nemo~
[Ida~ ajna; mhlobovtou~
prw`na~ ajrghsta;~ donei`.
Orazio: De arte poetica 60-63
Vt siluae foliis pronos mutantur in annos,
prima cadunt, ita uerborum uetus interit aestas,
et iuuenum ritu florent modo nata uigentque.
Virgilio: Aen. 6.309-14
quam multa in siluis autumni frigore primo
lapsa cadunt folia, aut ad terram gurgite ab alto
quam multae glomerantur aues, ubi frigidus annus
trans pontum fugt et terris immittit apricis.
stabant orantes primi transmittere cursum
tendebantque manus ripae ulterioris amore.
Gianfranco Contini, Esercizi di lettura, Einaudi, Torino 19742: Su Giuseppe Ungaretti, III, Ungaretti in francese 62-65 (“Circoli” maggio 1939): pp. 62-65: 63 e 64
La poesia francese moderna non si è solo negata all’esperienza prosodica, che è l’acquisto essenziale della lirica italiana d’oggi, e in fondo è la giustificazione positiva del lavorio di sgombero iniziato col “vers libre”, ma si è anche riallontanata a tal punto dalla sintassi mallarméana che le suonerebbe anacronistica una strofe come la seguente di Ungaretti:
Nel suo docile manto e nell’aureola,
Dal seno, fuggitiva,
Deridendo, e pare inviti,
Un fiore di pallida brace
Si toglie e getta, la nubile notte.
[…] Ma Ungaretti traduttore di se stesso? Direi che è stato il più consequenziaro, e il rigoroso dimostratore del carattere non francese della sua lirica. Egli è talmente legato al ritmo italiano che la sua traduzione precipita speso (non per modo di dire, ma letteralmente) nella versione in prosa, e del sillabato processo di scavo non resta che lo scheletro, vogliamo dire lo schema dell’istantaneo rapporto analogico;
[a proposito di “Militari”] In cambio di questo perfetto rallentato ed elegiaco scadimento in natura la bocca dell’Ungaretti francese esata tutta d’un fiato l’enunciazione del contatto metaforico: (Militaires) “nous sommes telle [con la nota: L’“impenitente” autocorrettore dà nell’edizione 1969 tels qu’en] en automne sur l’arbre la feuille”. Chuzeville, che non può permettersi errori di grammatica ideale nella propria lingua, deve organizzare il tema e moralizzarlo (Vie des tranchées): “On est là Dans l’attente de son sort Telles sur l’arbre en automne Les feuilles”.
italiano: in « Girovago », « Soldati »
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
questo nell’edizione del 1942, prima (ancora nel 1936: Si sta / come d’autunno)
come funziona l’italiano: il suo “versicolo”
le due interpretazioni
De Robertis 410, 413-14, 417
Guido Guglielmi (Interpretazione di Ungaretti, 1989) 13-14
stacca dopo la proposizione “come”, ossia dopo l’annuncio di quella che è considerata la più banale figura retorica: lo stesso mezzo che introduce la figura si rivela così non banale! le parole che spiegano successivamente, per ben due versi, la similitudine sono poi ingannevoli: “d’autunno” e “sugli alberi” sono altre circostanze
12 “Nostalgie”
quand la nuit est au point de s’épanouir
peu avant le printemps
et rarement quelqu’un passe
sur Paris se blottit cette couleur de pleur qui nous défait les édifices et nous laisse la Seine sous un faix de reflets
en un coin de pont je contemple le silence illimité d’une enfant frêle
et je vis de sa maladie
et comme emportés nous sommes restés
quand la nuit est au point de s’épanouir
peu avant le printemps
et rarement quelqu’un passe
sur Paris se blottit cette couleur de pleur qui nous défait les édifices et nous laisse la Seine sous un faix de reflets
en un coin de pont je contemple le silence illimité d’une enfant frêle
et je vis de sa maladie
et comme emportés nous sommes restés
italiano nel Porto sepolto 1916, « Nostalgia ». la traduzione riduce e va fortemente verso la scrittura definitiva, in italiano, cioè come sarà fin dall’ed. del Porto sepolto del 1923 (è assente dall’Allegria di Naufragi del 1919); ecco le tre versioni:
Quando Quando Quando
la notte è a svanire la notte è a svanire la notte è a svanire
poco prima di primavera poco prima di primavera poco prima di primavera
e di rado e di rado e di rado
qualcuno passa qualcuno passa qualcuno passa
e ingombra
su Parigi s’addensa su Parigi s’addensa Su Parigi s’addensa
quell’oscuro colore un oscuro colore un oscuro colore
di pianto di pianto di pianto
che ci disfa gli edifizi
e ci dà
lo specchio
di una Senna accidiosa
con quel suo
indosso
persistente fastidio
di riflessi di lumi
in un canto in un canto In un canto
di ponte di ponte di ponte
contemplo contemplo contemplo
l’illimitato silenzio l’illimitato silenzio l’illimitato silenzio
di una bimba di una bimba di una ragazza
tenue e opaca tenue tenue
come un fiore d’alpe
nato dal cuore
di un mughetto
e dal sorriso
di una tepida salma
di canerino
in un meriggio
di deserto
e le nostre e le nostre Le nostre
malattie malattie malattie
si fondono si fondono
e come portati via e come portati via E come portati via
si rimane si rimane si rimane
Ossola cita qui opportunamente Baudelaire: « Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle » ; « des chats passaient furtivement / sur Paris dormant ruisselait / une note plaintive »
ma tutta sua rimane la chiusa !
13 “Horizon”
14 “De l’aube et nocturne”
paisible étendue
succession d’îles dépeuplées
silence mélodieux
étouffant troupeau de prunelles fourmillant une ondulée lucidité
paisible étendue
succession d’îles dépeuplées
silence mélodieux
étouffant troupeau de prunelles fourmillant une ondulée lucidité
italiano : « Mattutino e notturno » nelle Poesie disperse)
Placida
vastità
Avvicendarsi
di isole
spopolate
Melodioso
silenzio
Afa
di una folla
dannata
di pupille
formicolanti
ondulate
lucidità
di malie
15 « Fin mars »
16 « Nuit d’été »
17 « Eblouissement »
parlare di « mes yeux », dalla prima alla seconda versione francese !
18 « Conclusion »
une montagne de ténèbres sépare le temps d’avant du temps d’après
aussitôt qu’un de mes instants s’est écoulé j’en suis éloigné de mille et mille ans
partout me guette un réveil de regrets d’ancêtres
une montagne de ténèbres sépare le temps d’avant du temps d’après
aussitôt qu’un de mes instants s’est écoulé j’en suis éloigné de mille et mille ans
partout me guette un réveil de regrets d’ancêtres
italiano “Risvegli” (1° strofa)
Ogni mio momento
io l’ho vissuto
un’altra volta
in un’epoca fonda
fuori di me
Sono lontano colla mia malinconia
dietro a quell’altre vite perse
sposta continuamente le frontiere del verso
come funziona il suo verso: col Sentimento del tempo la riscoperta dell’endecasillabo, metro naturale alla lingua – e in un certo senso ha ragione – …
leggere e analizzare: “Canzone” (La Terra Promessa) e “Monologhetto” (Un Grido e Paesaggi)
sue traduzioni: in quanto traduzioni, e in quanto testi francesi
2. P-L-M, sotto : 1914-1919
Paris-Lyon-Méditerranée
suoi testi scritti direttamente in francese
per Perfections du noir: nota di Ungaretti: “Durante la guerra, sostando in un castello sventrato nei pressi di Epernay, raccolsi un manuale seicentesco, nel quale la Corporazione dei tintori dava ai suoi membri istruzioni rigorose affinché la tintura delle stoffe risultasse sempre pienamente soddisfacente. Uno dei capitoli si intitolava Perfections du noir”.
1942, a De Robertis: “Il solo mio tentativo di parole in libertà fu fatto da me in quel periodo: Perfections du noir: ma sull’esempio del tentativo mallarmeano, sebben con spirito diversissimo. Non fu cosa che mi persuase mai, e non me ne glorio affatto. Le immagini sono profondamente mie.”
“Perfection du Noir”: “lunga, splendida e misteriosa poesia” (Bigongiari). P.B.: Reverdy più che Breton
“Roman Cinéma” è del maggio 1914, prima poesia in francese
tradizione ottocentesca e novecentesca francese
influenza di questi testi sui suoi testi italiani contemporanei e futuri
IV. Teoria della traduzione
traduttologia. Mattioli, Steiner, Meschonnic
La Bibbia. Storia delle traduzioni in greco, latino, lingue germaniche e romanze
Analisi di alcuni passi in ebraico, greco, latino, inglese, tedesco, nederlandese, francese, italiano
V. Jaccottet traduttore di Ungaretti
e altri
VI. Jaccottet tradotto in italiano
innanzitutto da Fabio Pusterla
analisi della poesia ispirata a “Recueillement” di Baudelaire