Letteratura spagnola I e II - laurea magistrale - a.a. 2011/2012

Letteratura spagnola I (LM-37 45 ore) - Letteratura spagnola del Rinascimento e del Barocco (LM-14 30 ore)

La trasmissione dei quattro trattati maggiori di San Juan de la Cruz

All’interno della ridotta produzione poetica sanjuanista, che rimodella a lo divino la lirica garcilasiana e quella cancioneril, fondendo calchi biblici e coplas popolari, spiccano i cosiddetti poemi maggiori (Noche oscura, Cántico espiritual e Llama de amor viva), a cui il mistico di Fontiveros (Ávila) dedicò profondi commenti ‘autoesegetici’ che cercano di mettere in chiaro, insieme ai versi, le tre fasi del cammino di perfezione: purgativa, iluminativa, unitiva. Naturalmente, la plastica e ispirata prosa del santo non ha una semplice funzione ancillare rispetto ai dislates poetici; piuttosto, come accade anche nel Convivio dantesco, prosa e poesia si compenetrano a vicenda, costituendo un insieme perfettamente organico.

È probabile che San Juan abbia terminato solo i commenti dedicati alle ultime tappe (illuminativa e unitiva) dell’itinerario terreno di endiosamiento dell’anima, ovvero la declaración del Cántico espiritual e quella della Llama de amor viva. Di contro, sembrerebbe essere rimasta in fieri l’opera che avrebbe dovuto glossare la Noche: San Juan, infatti, spiega i versi iniziali di questo poema in due differenti testi che, nei manoscritti superstiti, s’interrompono ex abrupto: uno è chiamato appunto Noche oscura (come il poema), mentre l’altro reca il titolo di Subida del Monte Carmelo.

La tradizione di questi testi è ‘attiva’ (Varvaro), ovvero soggetta a continui rifacimenti, dovuti, in particolare, alla “piadosa manipulación” (Lledó) dei primi copisti e degli antichi editori carmelitani. Il corso intende mostrare la possibilità di applicazione del metodo dell’errore comune in una tradizione singolarmente complessa esaminando i rapporti tra: (a)  le varie famiglie dei mss. che veicolano la Llama e il Cántico, in modo da chiarire anche la strategia seguita dai rifacitori; (b) tradizione manoscritta e tradizione a stampa; (c) la Noche (commento in prosa) e la Subida.

Bibliografia:

P. Elia, Historia del texto, in San Juan de la Cruz, Cántico espiritual y poesía completa, Barcelona, Crítica, 2002, pp. CXIX-CXLVII.

San Juan de la Cruz, Llama de amor viva, a c. di P. Elia e P. Tanganelli, Modena, Mucchi, 2008.

Una dispensa fornita dal docente.

Solo per gli studenti della LM-37: Alberto Blecua, Manual de crítica textual, Madrid, Castalia.

 

Letteratura spagnola II  (30 o 45 ore)

Unamuno sotto i ferri della “Filologia d’autore”

Il corso spiega quali sono i metodi che ha elaborato la filologia d’autore per approntare l’edizione critica di un testo conservato da una o più redazioni autografe (o, comunque, corrette dall’autore), facendo riferimento, per la parte esemplificativa, al vasto corpus unamuniano.

A differenza della filologia della copia o neolachmanniana, che applica il metodo dell’errore comune per ricostruire un testo che si approsimi il più possibile all’originale perduto, la filologia d’autore, che opera su autografi, di norma non ha altrettante difficoltà nel fissare il testo critico, però, in compenso, ha il gravoso compito di ricostruire e rappresentare nel modo più chiaro il processo di gestazione di un’opera.

Durante il corso verranno collazionate varie redazioni di opere unamuniane e saranno progettati apparati che rendano conto del processo correttorio condotto da Unamuno.

 

Bibliografia:

Una dispensa fornita dal docente.

P. Italia e G. Raboni, Che cos’è la filologia d’autore, Roma, Carocci, 2010.

Solo per chi abbia scelto il corso da 9 cfu (45 ore): P. Tanganelli, Unamuno fin de siglo. La escritura de la crisis, Pisa, ETS, 2003.