La storia moderna (e non solo moderna): due o tre cose che so di lei
Studiare storia NON equivale a memorizzare nomi, eventi e date. Se la storia vi è stata presentata così nelle scuole medie e/o superiori chiedete i danni ai vostri ex insegnanti. Chi affronta in questo modo lo studio della storia, antica, medievale, moderna o contemporanea che sia, si condanna a trascorrere giornate di noia senza ricavarne nulla di buono, e per bene che gli vada otterrà all'esame un voto mediocre.
Studiare storia significa invece ragionare sul passato e sui nessi tra passato e presente (e futuro, perché no?). Significa capire che i fenomeni anche più attuali hanno spesso origini lontanissime nel tempo, che è bene conoscere per "leggere" meglio il mondo che ci circonda e l'avvenire che ci attende. Significa rifiutare per principio tutti i luoghi comuni e sottoporre a critica rigorosa e diffidente tutto quello che ci è stato o ci viene raccontato sul passato anche dalle persone più care. Il passato non è un dato, è una costruzione continuamente rimaneggiata. Studiare storia è perciò fare una ginnastica della mente che aiuta a mettere in prospettiva, a prendere e misurare le distanze, a relativizzare, a distinguere.
Studiare storia significa soprattutto porsi incessantemente problemi, domande e cercare di trovare delle risposte, sapendo che saranno risposte non definitive, che saranno inevitabilmente parziali e soggettive. Come quelle di chiunque altro, tra parentesi. Ma chi non si pone domande e non cerca risposte rinuncia a usare il cervello.
Se avete un insopprimibile bisogno di oggettività, di assoluto, di certezze granitiche lasciate da parte la storia (ma anche la filosofia, la letteratura, l'arte....: insomma, cambiate facoltà). Vi procurerebbe soltanto angoscia.
Il manuale è uno strumento di base. Non è un testo sacro scritto una volta per tutte. Non esiste il manuale perfetto né quello definitivo. Il buon manuale propone, ed è già molto, una onesta interpretazione del passato (ed è ancor meglio se segnala con rispetto l'esistenza di altre interpretazioni) sostenendola con il racconto selettivo degli eventi principali e un corredo altrettanto selettivo di informazioni (nomi, date: ignorarli del tutto non si può e non si deve; farne il centro dello studio della storia è insensato). Tenetelo a mente: lo storico seleziona e interpreta, interpreta e seleziona.
Le lezioni sono utili perché servono ad approfondire gli argomenti principali del manuale e a chiarire le eventuali difficoltà. Lo studente italiano in genere non interviene, non fa domande, forse perché si vergogna di mostrarsi poco informato e teme di sfigurare davanti ai compagni di corso. E' un gravissimo errore. Il dialogo con il docente (il quale non annota segretamente su un taccuino le eventuali ingenuità e imprecisioni e non ne tiene il minimo conto ai fini dell'esame, tanto per essere espliciti) serve a illuminare a beneficio di tutti i punti poco chiari del programma; aiuta il docente a fare meglio il suo lavoro: a spiegarsi in modo più efficace e a tenersi in sintonia con gli studenti; aiuta lo studente a capire di più e più approfonditamente. Seguire attivamente le lezioni, cioè intervenendo con domande e richieste di precisazioni, permette di preparare l'esame più velocemente e con migliori risultati.
La storia non è una staffetta 4x100: parte l'antichista, passa il testimone al medievista, questi al modernista e infine il contemporaneista arriva al traguardo. E ciascuno tiene gli occhi rigorosamente fissi sul proprio tratto di pista. Non è nemmeno un armadio quattro stagioni: ad ogni esame di storia si apre l'anta relativa e si prendono i vestiti adatti, diversi e ben distinti ovviamente da quelli delle altre ante. Personalmente non la intendo in questo modo (e non conosco nessun collega serio che la pensi diversamente). Nel corso delle lezioni saranno frequenti le scorribande nel tempo, a monte verso l'antichità e a valle verso l'età contemporanea, per segnalare i nessi tra fenomeni di epoche diverse, le continuità e le fratture, le lunghe durate e le svolte improvvise, le somiglianze e le differenze.
Studiare storia, vedrete, è entusiasmante e non è per nulla noioso. Per quanto mi riguarda ce la metterò tutta per convincervene. Ma anche voi dovete fare la vostra parte: siate attenti e soprattutto siate curiosi. Arrivederci a lezione.