Modelli politici a confronto
1. Questa settimana è stata conclusa la trattazione dell'Inghilterra. Rimando a due pagine specificamente dedicate a questo argomento. Ma va ricordato in particolare perché le vicende inglesi rivesto una particolare importanza. L'Inghilterra si colloca all'avanguardia, e come modello, sotto il profilo politico: la sola grande potenza che sia retta da una monarchia limitata dal parlamento. Ma è all'avanguardia anche sul piano dello sviluppo economico e sociale: il capitalismo moderno nasce lì, come ha mostrato Marx nel primo libro del Capitale, e la rivoluzione industriale inizierà in Inghilterra nel secondo Settecento. Il vantaggio competitivo acquisito in questo modo, sommato al controllo dei mari, permetterà all'Inghilterra di costituire nell'Ottocento e nel primo Novecento il più grande impero coloniale che sia mai esistito. Questo è scomparso dopo la seconda guerra mondiale e la Gran Bretagna è ora un paese paragonabile agli altri principali paesi dell'UE. Ma per duecento anni non è stato così, e le premesse si trovano nell'età moderna.
2. Due lezioni sono state dedicate alla storia del paese che per quasi duecento anni si è trovato in competizione con l'Inghilterra per il ruolo di prima potenza europea: la Francia. Teniamo presente il dato geografico e demografico. Sino all'Ottocento la Francia era non solo il paese europeo più esteso, ma anche quello più popolato, per giunta collocato al centro dell'Europa occidentale. La Francia ha quindi avuto un ruolo di primo piano per tutta l'età medievale e moderna, sino al Novecento.
3. Il filo rosso della storia francese che possiamo sottolineare è la costruzione di uno stato fortemente accentrato sotto un governo forte, monarchico, repubblicano rivoluzionario, imperiale. La Francia è diventata col tempo il modello dello stato centralizzato e come tale è stato imitato da altri stati europei nel corso dell'Ottocento; ma anche in precedenza altre monarchie avevano imitato la monarchia assoluta francese: la Danimarca e la Svezia (quest'ultima per un cero periodo), il ducato di Savoia. Il modello francese è stato nettamente distinto da quello inglese e in sostanza contrapposto ad esso. Nel Sei-Settecento si è proposto come modello di monarchia assoluta, in seguito come modello di stato centralizzato.
4. I re di Francia erano all'inizio i conti di Parigi, feudatari più importanti e ricchi degli altri. La formazione della Francia è stata realizzata a partire dal nucleo parigino, al quale i re annessero nei secoli, un po' attraverso le guerre e un po' per eredità o matrimonio, altri territori. Alla fine del Quattrocento il regno di Francia comprendeva già la massima parte della Francia attuale. Dall'inizio del Trecento i legisti vicini alla corte del re cominciarono a elaborare un'idea di monarchia forte e tendenzialmente "assoluta". Le tormentate vicende di metà Trecento-metà Quattrocento rallentarono lo sviluppo di questa idea e la sua messa in pratica. Ma nella seconda metà del Quattrocento il re di Francia emerse come non solo il signore più ricco e potente del reame, ma anche come il titolare assoluto del potere, contro i tentativi delle grandi casate feudali di limitarne l'azione.
5. Le guerre di religione della seconda metà del Cinquecento segnarono una nuova battuta d'arresto sul cammino dell'accentramento politico e dell'esaltazione dell'autorità regia. Pertanto il processo riprese e venne portato a compimento nel corso del Seicento, durante i ministeriati del cardinale Richelieu prima e del cardinale Mazzarino poi, con il sostegno di re Luigi XIII e della vedova e reggente Anna d'Austria. Alla morte di Mazzarino il cardinale lasciò al giovane Luigi XIV una base di potere molto forte, che era uscita vittoriosa dalla sfida della Fronda, cioè dell'insieme di rivolte dell'alta magistratura (i parlements) e della grande nobiltà che avevano cercato di fermare l'estendersi dell'autorità regia.